domenica 2 febbraio 2020

LA FOLLIA DELLA PREDICAZIONE DELLA CROCE

Insegnamento di Henri Viaud-Murat

L’Unica Via d’uscita da questo mondo di tenebre.


La predicazione della Croce è una follia, ma non per tutti. 
Lo è per quelli che periscono. 
Ma per noi che crediamo, come dice l’apostolo Paolo, è l’espressione della potenza di Dio.

Paolo fa una netta distinzione tra quelli che credono e quelli che non credono nella Croce.

Leggiamo nella Bibbia questo passaggio della Prima lettera ai Corinzi, in cui Paolo spiega quale sia la sua missione di predicatore.
Dice nel capitolo 1, versetto 17:
Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare”. Conosceva bene l’importanza del battesimo, che lui stesso praticava, ma non era per quello che Dio lo aveva mandato.
ma ad evangelizzare, non però con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana”.

Anch’io, che porto spesso questo argomento, so di avere una grande responsabilità, poiché il modo in cui ne parlo potrebbe rendere vana la Croce di Cristo.

Sia chi ne parla, sia chi ascolta, hanno grande responsabilità, ma soprattutto colui che ne parla con “sapienza di linguaggio” cioè con linguaggio umano, espresso in belle frasi e belle argomentazioni, rischia di annullare la potenza del messaggio della Croce, rendendolo vano!

Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio”.

La parola greca “logos” viene utilizzata in questa frase, e non significa “la predicazione della Croce”, ma la “Parola della Croce”.
Si tratta di una parola che sgorga dal cuore di Dio. Gesù è la Parola, Egli è la Parola vivente (la Bibbia è la Parola scritta) e la Parola della Croce è la potenza di Dio per noi che siamo salvati.

“Distruggerò la sapienza dei savi e annienterò l’intelligenza degli intelligenti”
Non è sempre facile da comprendere, ma quando lo Spirito Santo ci mostra ciò che Dio intende dire, il nostro cuore si apre. 
Dio rifiuta l’intelligenza degli uomini per spiegare il messaggio della Croce e noi non abbiamo bisogno dell’intelligenza degli uomini per ascoltarlo o accettarlo. Abbiamo bisogno dell’azione dello Spirito Santo nel cuore. Abbiamo bisogno di un cuore aperto alla verità.

La Parola della Croce riguarda l’opera di Gesù. 

La croce è quel pezzo di legno sul quale Gesù è stato inchiodato e sul quale Egli è morto. Quindi, quando parliamo della Croce, parliamo della morte di Gesù Cristo, Figlio di Dio; Colui che si è preoccupato di venire ad incarnarsi in un corpo simile al nostro, ma senza peccato, con un unico scopo: salire su quella croce e morire.
Sappiamo che Egli non è rimasto sulla croce (come invece purtroppo molti lo raffigurano) e non è neppure rimasto nella tomba, perché il terzo giorno Egli è Risorto!

Gesù è passato attraverso una morte fisica completa. Non è morto al 50% o al 99%. Egli è morto al cento per cento. Ha compiuto la prova al cento per cento.
La motivazione che lo ha spinto era nel Suo cuore e nel cuore del Padre che lo ha inviato. E sappiamo che questa motivazione è l’Amore.
Proprio perché Dio è Amore, ha inviato Gesù in un corpo simile al nostro, per vivere compiendo perfettamente tutta la legge, senza disobbedire, per morire su quella croce.

Perché quindi il messaggio della Croce è una follia per quelli che periscono?


É una follia perché la Bibbia ci dice che Gesù è sceso sulla terra per morire su una croce, e non per sé stesso (non ha mai fatto nulla per sé).
Nella morte espiatoria sulla Croce, si trova la condanna che incombeva su tutti gli uomini. Ma Gesù ha accettato di farla ricadere su di sé, ricevendo la condanna destinata a tutti gli uomini a causa dei peccati del mondo.

Quando è salito sulla Croce, Gesù sapeva cosa lo aspettava. Egli ha sofferto come mai nessuno ha sofferto, poiché oltre alle sofferenze fisiche e quelle del suo cuore, si aggiungeva la profonda sofferenza di Dio, di fronte al peccato del mondo.
Quando Dio creò l’uomo, non fu per infliggergli una condanna, nel subire il peccato e tutte le sue conseguenze. Lo ha creato per essere in comunione con Lui. Lo ha creato senza peccato, puro e perfetto.

Adamo ed Eva erano delle creature perfette, senza peccato.
Ma Dio gli disse: “Vi chiedo una cosa, restate in comunione con me. Se volete beneficiare, approfittare della vita eterna, dovete restare in comunione con me. Se un giorno qualcosa venisse a rompere questa comunione, sareste separati da me e non avreste più la vita e conoscerete la morte”.

Quando siamo separati da Dio non possiamo sperare di vivere. Possiamo cercare di sopravvivere, ma senza avere la vita eterna di Dio, senza la gioia e la pace che procurano la comunione con Dio. Tutto questo, Adamo ed Eva, lo ebbero pienamente fino al giorno in cui disobbedirono.
Dio aveva fissato una condizione molto chiara: “Il giorno in cui mangerete quel frutto proibito, morirete.” 
Ne mangiarono e quello stesso giorno morirono. 
La loro morte fisica venne solo dopo centinaia di anni, ma quel giorno furono separati da Dio. 

La separazione da Dio è la morte. 

E in quel preciso momento il peccato entrò in loro con tutte le sue conseguenze e in seguito fu trasmesso a tutti i loro discendenti. Da quel momento in poi, tutti quelli che nascono, si trovano sotto la maledizione del peccato, poiché la Bibbia dice chiaramente che la conseguenza del peccato è la morte. Infatti tutti devono morire (a meno che Gesù non arrivi prima per coloro che lo aspettano), e tutti sono sottoposti al peccato.

Esiste però una morte ben peggiore di quella fisica: la morte spirituale. 
Cioè la condizione di essere separati da Dio senza poterlo conoscere, separati definitivamente, per sempre. 
Questa è la morte che abbiamo ereditato nascendo su questa terra. 

A ben pensarci, è terribile sapere di nascere su questa terra per morire.
E non parlo solo ai giovani, ma anche agli anziani, perché la nostra età non ha importanza di fronte a Dio. Anche se dovessimo vivere 100 anni in buona salute, se perdessimo la nostra anima e andassimo nella morte eterna, a cosa sarebbe servito guadagnare il mondo intero?
La morte spirituale è la separazione da Dio senza poterLo conoscere.
La vita eterna è conoscerLo in senso biblico, cioè essere in comunione con Lui, partecipare alla Sua vita, senza separazione tra Lui e me.

Molti uomini credono in Dio. Vedono che esiste un Dio: basta guardare le meraviglie della creazione per sapere che c’è un Creatore. E cercano di trovare il modo per conoscerlo, organizzando religioni, studiando mezzi per stabilire un contatto che nel loro cuore sentono necessario, ma tutto invano!
Tutti questi mezzi, questi sforzi inutili, tutta la saggezza degli uomini, tutte le religioni degli uomini, tutta la filosofia, la psicologia di questo mondo non possono metterci in contatto con Dio. La religione non può metterci in contatto con Dio. Il fatto di credere in Dio non ci mette in contatto con Lui.

Il solo modo di entrare in contatto con Dio è abbattere la barriera del peccato.
Dio è Santo, è puro, non un solo atomo di peccato può trovarsi davanti alla Sua presenza, se la barriera del peccato fosse rimossa, Dio sarebbe in contatto e in comunione con noi.
Il peso del peccato che abbiamo ereditato, esiste. 
Un bambino piccolo è carino, gentile, non sa che è nato nel peccato, che ha ricevuto l’eredità di essere separato da Dio nel suo spirito fin dalla nascita.
É la sorte che ci accomuna, prima di conoscere il Signore Gesù: nascere nella morte e morire nella morte!
Ma Dio che è vita e vita eterna, ha voluto che conoscessimo la vita: Gesù ha detto “Io sono la via, la verità e la vita. Io sono la porta”.

Perché Gesù è sceso in terra per morire sulla Croce?


La conseguenza del peccato è la morte, sia che si tratti del peccato ereditato dai nostri padri sia quello che noi stessi abbiamo commesso. Tutti abbiamo peccato, perché abbiamo ereditato una natura di peccato e non possiamo fare a meno di peccare.
É una legge.
Senza conoscere Gesù, è impossibile non peccare! 
Migliaia di peccati vengono commessi da una sola persona fino dalla sua nascita. Ma non è questo che ferma Dio. Dio non viene con un grosso bastone per distruggere il peccatore e annientarlo.
Dio è colui che per amore, ha mandato nel mondo Suo Figlio Gesù, in una carne che non aveva ereditato il peccato originale (la carne di Gesù era pura fin dall’inizio, perché si tratta di una creazione sovrannaturale dello Spirito Santo, il suo corpo non aveva ereditato il peccato e non sarebbe mai morto). Egli è venuto sulla terra come uomo puro e perfetto, per essere il solo in grado di prendere su di sé la condanna del mondo intero.

Solo Lui poteva farlo. 
Come potrebbe un peccatore come me o te prendere la condanna di qualcun altro, quando dovrebbe già pagare per il suo stesso peccato?
Impossibile!
Era necessario che un uomo Dio, puro e santo come Gesù, potesse vivere su questa terra in perfetta obbedienza al suo Padre celeste, per potere subire la morte nel suo corpo. Egli ha pagato al posto di noi tutti il prezzo del peccato che ci separava da Dio.
É una cosa molto profonda.
La condizione del peccatore è quella di essere separato da Dio, ma Gesù, essendo Dio, non poteva essere separato da se stesso! Solo un peccatore può esserlo. 
Quindi Gesù, il Figlio eterno, ha dovuto incarnarsi per portare nella sua carne la conseguenza del peccato degli uomini, morendo fisicamente. 
Questa morte è la conseguenza del peccato dell’intera umanità, dal primo all’ultimo uomo nati su questa terra.
La conseguenza del peccato è la morte.
Un solo peccato è bastato ad Adamo ed Eva per morire. Un solo peccato ci basta per morire.
E Gesù ha portato nel suo corpo, nella sua carne, la conseguenza, la condanna di tutti i peccati del mondo.
Dio è giusto. Essendo giusto ed essendo amore, non poteva lasciare impunito il peccato. Infatti non sarebbe il Dio di giustizia se dicesse ad un peccatore: “Ma si, per questa volta passo sopra al peccato che hai commesso, facciamo finta che non sia successo nulla e non parliamone più”. 

Mio padre si chiamava Louis, era magistrato ed era un uomo buono e saggio. Mi diceva: “Sai, quando studio i casi di certe persone, vedo la loro vita, la loro infanzia, tutto quello che hanno subito, posso capire come hanno fatto ad arrivare fino a quel punto! Dentro di me, mi piacerebbe aiutarli, liberarli o farli curare, a volte passarci sopra e non parlarne più… ma esiste una legge, hanno magari ucciso, o rubato, o commesso un altro crimine e devo condannarli nel modo più giusto possibile, perché esiste una legge e bisogna applicarla!”

Forse questo ci aiuta ad immaginare cosa può accadere nel cuore di Dio. Essendo giusto, deve applicare la Sua legge. 
E la legge di Dio dice che: “La conseguenza del peccato è la morte, la perdizione eterna”. 
Ma siccome Dio è Amore e vuole salvarci dalla morte, ha voluto trovare una soluzione.
La soluzione perfetta è stata quella di far morire qualcun altro al posto di colui che doveva morire a causa del proprio peccato. Ma non poteva far morire uno qualsiasi. 
L’unico in grado di poterlo fare era Suo Figlio, Dio puro, santo e perfetto, incarnatosi tra di noi, per espiare la condanna per il mondo intero, volontariamente.

É sulla Croce che la Giustizia e l’Amore di Dio si realizzano! 


Ma è anche dove comincia la nostra responsabilità, perché se lo Spirito di Dio ti mostra che sei un peccatore (e lo siamo tutti) e che la morte è la condanna di Dio per il peccato  (solo lo Spirito Santo può mostrarcelo), allora abbiamo una enorme responsabilità.

Sicuramente non sarà un uomo come me a incutervi paura dell’inferno, nella speranza che vi avviciniate a Dio. 
Non è comunque in questo modo che ci si avvicina a Gesù, ma piuttosto rendendoci conto, grazie allo Spirito Santo, che Dio è giusto e nella Sua perfetta giustizia non lascerà alcun peccatore entrare nel Suo Cielo di gloria, senza che prima il suo peccato venga cancellato.
Per cancellare il peccato è stato necessario che qualcun altro fosse condannato al posto del peccatore, affinché il giudice supremo possa dire: “Gesù è stato condannato al tuo posto. Se ammetti di essere colpevole ed accetti la Sua condanna a causa delle tue colpe, allora sei libero, va’, la porta per te è aperta”. 
Solo così il Sangue che Gesù ha versato, ha il potere di lavare e cancellare tutti i peccati, tutti senza eccezione. 
Ha il potere di cancellare, ma ad una condizione: che tu ti penta sinceramente e che accetti individualmente la proposta che Dio, il giudice supremo, ti ha fatto.

Dio dice: “Ti rendi conto che sei un peccatore? (lo Spirito Santo cerca di convincerci di questo) Ti rendi conto che Gesù, Dio Figlio, ha pagato per te?”
Tu cosa fai di fronte a questo Atto d’amore che Dio ti presenta?
Rinunci dicendo: “No! Voglio pagare io!” ?
Sarebbe una pura follia che orgogliosamente ci fa dire: “No, non posso accettare che qualcun altro abbia pagato per me. Sono responsabile e voglio pagare la conseguenza dei miei atti”.
Colui che dice così non si rende conto che si espone all’eternità senza Dio tra atroci tormenti; non si rende conto di cosa sia l’inferno. Non si rende conto di cosa sia la terribile giustizia di Dio, manifestata alla Croce sulla persona di Gesù.

Noi esseri umani fatichiamo a comprendere come Dio Padre abbia potuto chiedere al proprio Figlio innocente, di morire su una croce al posto di qualcun altro, nelle sofferenze più atroci come quelle subite da Gesù. Quale padre umano lo farebbe?
Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 17:23, Gesù dice a Suo Padre: “Padre, vorrei che sapessero che tu li hai amati, come hai amato me”.
La prima volta che l’ho letto ho strabuzzato gli occhi. Ho pensato: “Come è possibile che tu, Dio, tu possa amare me, un peccatore, come ami Tuo Figlio Gesù? 
É normale che ami tuo Figlio Gesù al di sopra di tutto. Lui non ha mai fatto nulla di ingiusto. Ma che ami me, un peccatore, come hai amato Gesù tuo figlio, questo mi sconvolge!”

Il grande amore per noi si è manifestato, nel fatto che Egli ha mandato Gesù sulla Croce. É questo amore che ci spinge verso Dio!
Non senti la voce del Signore bussare al tuo cuore?
Quella voce ti spinge a comprendere la tua responsabilità, di trovarti di fronte ad un Dio giusto, che non lascerà impunito alcuno dei tuoi peccati e che impedirà a ogni peccatore di entrare nel Suo Cielo presentandosi al Suo cospetto.
É un Dio che, nella Sua giustizia, anche se all’inizio non era la Sua volontà perfetta, dovrà inviare nel luogo previsto per Satana e i suoi angeli, tutti quelli che rifiuteranno il sacrificio di Suo Figlio Gesù. Questa è la giustizia di Dio.

Lo stesso Dio che è un Dio di amore, dice anche: “Ecco, per amore per te, ho dato mio Figlio, la pupilla dei miei occhi, ho dato Colui che ho di più caro, il mio proprio Figlio, per te, per morire sulla Croce.”
Egli ha pagato, è morto, affinché tu l’accetti dicendo: “Signore, ho capito, non voglio subire la condanna del mio peccato e di quello ereditato da Adamo ed Eva, il peccato dei miei padri. Vorrei che questa barriera che mi separa da te sia tolta, perché comprendo cosa è successo sulla Croce.
Colui che non doveva morire è morto al mio posto, ora lo capisco, sono toccato dal tuo amore e Accetto quello che mi offri. 
Ti chiedo perdono per tutti i miei peccati. Ora so che posso chiederti di perdonarmi nel Nome di Colui che ha pagato al mio posto. 
Apro il mio cuore alla tua grazia, al tuo amore, so che ora ristabilirai il contatto tra Te e me, come tu desideravi così tanto!”

Visto che Dio il Padre ti ama quanto ama Suo Figlio Gesù, puoi immaginarti quanto Egli desideri entrare in contatto con te, un contatto vivente, per guidare la tua vita e benedirti. Pensa quanto arda questo desiderio nel cuore del Padre. 

Dobbiamo eliminare dai nostri pensieri le false immagini che abbiamo di Dio: 
vendicatore, giustiziere, che aspetta soltanto di vederti scivolare per darti il colpo finale.
Posso assicurarvi che anche nella Chiesa di Gesù, ci sono molti cristiani che hanno questa falsa concezione di Dio, quando invece Egli è un Dio che vuole aiutarti, vuole accompagnarti fino in fondo e che ha previsto tutto per farti riuscire.

A Dio è piaciuto salvare i credenti con la follia della predicazione della Croce, la follia della Parola della Croce.
Una follia per coloro che periscono. 
Colui che perisce e che non vuole comprendere questo messaggio dice: 
“Ma cos’è questa storia? Un innocente che ha voluto morire in croce per me? Non ha alcun senso, è pura follia”. 
Queste cose non vi vedono nel mondo. Qui vediamo che colui che sbaglia, paga! É la giustizia degli uomini.
Ma Gesù non lo ha meritato. Non è normale che abbia pagato, è pura follia! 

Si! È la follia di Dio. Gesù ha pagato per Amore.


Oggi esistono ancora dei Paesi dove vige la pena capitale. Immaginate un condannato a morte. Di certo sa quello che ha fatto e che merita la condanna. 
Ma ecco che il suo avvocato gli dice: “Esiste una legge secondo la quale se il tuo migliore amico viene giustiziato al tuo posto, tu sei libero, ti viene concessa la grazia”. 
Conoscete degli amici che accetterebbero di farlo per voi? É qui che vedreste chi è il vostro vero amico!

Gesù, come nostro amico, ha detto: “Per amore per lui, per lei, per loro, subirò io l’orribile morte sulla Croce”. 
E lo ha fatto. Ha pagato in anticipo per tutti quelli che vorranno beneficiare di questa liberazione.

Per ora, la porta della grazia è ancora aperta. 
Dopo il ritorno del Signore la porta verrà chiusa. 
Non possiamo sapere con certezza quando il Signore tornerà. Ma sappiamo che può avvenire in qualunque momento. 
Fosse tra cinque minuti, o più tardi, la cosa importante è sapere che la porta verrà chiusa dopo il Suo ritorno. E che comunque si chiude per tutti, al momento della morte fisica su questa terra. 
Abbiamo tempo finché siamo in vita, abbiamo la possibilità di ascoltare, di comprendere, di accettare la Parola della Croce ed essere salvati, ma se moriamo, o se Lui torna prima che la accettiamo, sarà troppo tardi!


Ora vorrei parlarvi di un secondo aspetto della Croce, che riguarda coloro che hanno già accettato tutto quello che abbiamo visto finora, i nati di nuovo.

Si tratta di qualcosa di veramente importante per tutti i Cristiani e vi assicuro che abbiamo tutti bisogno di praticare questo aspetto della parola della Croce.

Quando leggiamo il Vangelo nella Bibbia, capiamo che Dio ha un esigenza assoluta per i Suoi figli.
Rileggete il sermone sulla montagna e vedrete che Gesù conclude dicendo ai Suoi discepoli: 
Siate perfetti come vostro Padre celeste è perfetto” (Matteo 5:48), 
siate santi come Dio è Santo (Lev. 20:7; 1 Pietro 1:15). 
Quando lo leggiamo velocemente possiamo pensare “Gesù dice così, ma forse ha un po’ esagerato, perché nella pratica non ce la possiamo fare, non è possibile”.

Era una frase che mi turbava profondamente il cuore. 
Quando accetti Gesù, Egli diventa il tuo Salvatore. Quando capisci che sei un peccatore, che Dio odia il peccato e che vuole eliminarlo dalla tua vita, allora capisci anche che Egli ha mandato Gesù, Suo Figlio, per pagare per il tuo peccato e darti la vita eterna. 

Anch’io sono stato un ribelle, quando ho sentito il messaggio del Vangelo non ho subito risposto, il mio cuore era chiuso perché seguivo la filosofia degli uomini.
C’era però una cosa che temevo: la morte. Non il solo morire, ma il fatto di non sapere cosa c’è dopo. Volevo saperlo con certezza, quindi divorai tutto quello che trattava l’argomento.

Ero cattolico di famiglia, nato a Lourdes, educato nelle scuole dei Gesuiti, ma la religione cattolica mi disgustava. Non volevo più sentire parlare delle sue regole, leggi, cammini della croce. Così cercai altrove. 
Ho passato in rassegna tutte le religioni e tutte le filosofie: l’induismo, il buddismo, l’islam, il marxismo… E alla fine mi trovavo di fronte sempre la stessa porta chiusa, sempre la stessa angoscia, nessuna certezza.

Ma la cosa che più mi angustiava era la risposta che mi davano gli uomini di quelle religioni. 
Mi è capitato di incontrarne uno che venne a parlarci della liberazione dell’uomo, del nirvana, di tutte quelle belle cose. 
in cuor mio mi dicevo “sicuramente lui sa, certamente conosce Dio!”. Così lo presi da parte e gli dissi: “Senti caro Swami (termine che significa Grande Saggio indu), non voglio storie o discorsi, ma solo un Si o un No. Conosci Dio?”
Ebbene, non so quante volte ho posto la stessa domanda a esponenti di varie religioni (comprese quelle che si dicono cristiane) e di varie filosofie, ma nessuno mi ha mai detto: “Si, lo conosco”.
Avrebbero potuto mentirmi e dirmi Si! Ma fortunatamente Dio non glielo ha permesso!

All’università insegnavo la Psicologia e avevo un collega professore di economia e contabilità. In un momento molto particolare della mia vita (in cui ho subii un lutto improvviso e importante), costui mi parlò in modo diretto e mi disse: “Dio esiste e Gesù Cristo è vivo!

Vi incoraggio a parlare in ogni situazione, anche solo una o due parole, senza gettare mai la spugna, anche se non ottenete risposta o segno di ritorno, perché fu il mio caso.
Al mio collega non diedi alcun segno di risposta, ma qualcosa nel mio cuore mi parlò dicendo: “Questo qui lo sa. Al contrario di tutti gli altri, lui lo sa!”.
Era un Cristiano nato di nuovo, che aveva la Vita di Gesù nel suo cuore. E la frase che mi disse venne dall’unzione dello Spirito Santo. É lo Spirito Santo che diede la potenza a quella semplice frase “Dio esiste”.
Certo, credevo anch’io che Dio esiste, ma c’era anche quell’altra frase: “Gesù Cristo è vivo!” 

Oggi so che Gesù non è rimasto nella tomba, che la morte non poteva aver presa su di Lui, che il terzo giorno Gesù è resuscitato e ora Egli è vivo, seduto alla destra del Padre. La morte non ha potere su di Lui. Egli regna ed attende che tutti i Suoi nemici siano posti sotto i Suoi piedi.

Ma quella semplice frase aveva lavorato dentro di me, perché durante una riunione in una chiesa evangelica, quando ascoltai la predicazione della Parola della Croce, mi accorsi di non averla mai sentita così chiaramente.

La Parola della Croce è stata:
Tutti sono peccatori, tutti sono condannati, ma tu puoi salvarti se accetti colui che è morto per te su quella Croce.

E alla fine il predicatore disse: “Ora, colui che è stato toccato dal messaggio della Croce, colui che ha sentito nel suo cuore che era per sé (ed era il mio caso), alzi la mano e pregherò per lui”. Mi trovavo in mezzo a 400 persone e tra me e me dicevo: “Se qui c’è uno dei tuoi studenti, sei fregato. Domani tutta l’università lo saprà e la tua carriera sarà compromessa”.
Vedete l’orgoglio dell’uomo?! Ero là in un angolo, sapevo che quella chiamata era per me. Che orgoglio! Non ho alzato la mano, ma in fondo al cuore ho accettato e in quel momento sono nato di nuovo. Dio mi ha fatto la grazia lo stesso, ha avuto pietà di me nonostante il mio orgoglio.

E quando oggi mi capita di fare lo stesso appello e non vedo mani alzate, mi ricordo di quel momento e dico: “Signore, tu conosci i cuori. C’è chi non ha alzato la mano, ma se apre il suo cuore, tu lo salvi, mi Basta che lo sai Tu”.

Poi però, nella tua vita cristiana, quando sai che hai ricevuto il Signore, devi sapere se sei nato di nuovo, se hai ricevuto una nuova vita!

Io lo sapevo, ma al tempo stesso sapevo che nella mia vita c’erano parecchie cose in conflitto con la nuova vita che sentivo dentro.
Leggevo la Parola, ascoltavo le predicazioni, e tutto parlava di obbedienza, di piacere a Dio, secondo questa parola: “Siate perfetti, siate santi”.
Per anni, perché amavo Dio e il mio cuore era cambiato, mi dicevo: “Devo piacere a Dio! Dio ha dato Suo Figlio per me, non posso stare così senza fare nulla per lui! Devo lavorare per Lui, fare delle cose. Voglio obbedire a tutto quello che mi chiede”.

Quando vi sforzate per anni di obbedire a Dio perché lo amate, ma lo fate con le vostre proprie forze, come dice Paolo “con la carne” e non con lo Spirito, è impossibile piacerGli, è impossibile vedere l’azione dello Spirito Santo condurci in tutti i piani di Dio, impossibile!

Avevo affrontato la prima fase, quella della nuova nascita grazie alla parola della Croce, 
ma era necessario andare a quella successiva.
Per passare alla seconda fase, dovevo ritornare alla parola della Croce, poiché manifesta la grazia di Dio.

Mi sforzavo di essere perfetto con le mie sole forze e per incoraggiarmi mi dicevano: “Se Dio non opera abbastanza nella tua vita, vuol dire che non ti alzi abbastanza presto al mattino, che non leggi abbastanza la Bibbia, che non partecipi a tutte le riunioni!”. 
Allora per anni mi sono imposto di fare tutte queste cose. Personalmente non è tanto il tempo perso per me, ma lo è stato per la grazia di Dio e per la Sua azione. 
Volevo fare qualcosa per Dio, quando invece Dio voleva dirmi “Smetti di sforzarti, Gesù ha già fatto tutti gli sforzi per te”.
Dio mi chiedeva semplicemente di aprire il mio cuore per comprendere cosa Lui volesse fare, permettendo alla vita e agli sforzi di Gesù di operare in me, attraverso lo Spirito Santo. Fu una cosa totalmente nuova e solo 15 anni dopo la mia conversione compresi veramente la profondità della Parola della Croce.

Ad un certo punto, leggendo le lettere di Paolo, vidi un altro aspetto della Croce, che prima di allora, ai miei occhi, era soltanto una dottrina che non riuscivo ad integrare. 

Quando Cristo è morto sulla Croce, non si è accontentato di pagare per il mio peccato portando su di sé la morte che era destinata a me, 
ma Egli ha portato anche me, interamente.

L’apostolo Paolo dice: “…con la mia vecchia natura”. 
La vecchia natura è la natura umana che ho ricevuto alla mia nascita terrestre. 

Anche se hai 6 mesi di vita, sei già un uomo vecchio per Dio, nel senso che il bambino ha già in sé una natura vecchia che risale ad Adamo ed Eva, ereditata con tutta la potenza del peccato che la controlla. 
Quella vecchia natura, Gesù l’ha portata sulla Croce con Sè, per farla morire con Lui.

Paolo dice, e ci riguarda tutti, “Io sono morto con lui”. 
Quel “Io” è il problema essenziale per noi cristiani. Ma è lo stesso problema di chi non conosce il Signore.
Mentre per Dio, quel “Io” che non vuole morire, è il problema della Sua Chiesa.

Quel che Paolo chiama “la carne”, è semplicemente la natura umana che non conosce Dio, la mia natura prima della conversione.
Dopo la mia conversione, il mio spirito è passato da una nuova nascita, ma tutte le abitudini psicologiche della mia vita passata (i pensieri, i sentimenti, la volontà, tutto quello che riguarda la mia anima), non sono passate dalla risurrezione durante la nuova nascita. 
Quando nasciamo di nuovo, è il nostro spirito che nasce di nuovo.

L’uomo è composto da tre parti:
- corpo;
- spirito (che si trova dentro di noi e di cui non abbiamo coscienza);
- e anima (che è la parte di noi stessi di cui siamo coscienti, il dominio degli psicologi, e cioè: i pensieri, i sentimenti e la volontà).

L’anima non è trasformata con la nuova nascita. I pensieri sono sempre quelli di prima, i sentimenti sono sempre quelli di prima. 
É il nostro spirito, il nostro cuore profondo, che viene cambiato. 
Ci arrivano così nuovi pensieri che provengono da Dio, ma che si scontrano con i vecchi pensieri che provengono dal vecchio uomo, che non è stato trasformato e che non lo sarà mai, perché deve morire.

Quando un Cristiano che vuole camminare con Dio, pur avendo ricevuto la nuova vita nel suo spirito, continua a camminare più o meno controllato dalla vecchia natura, si muove con un miscuglio che non può piacere a Dio.
Ecco perché Gesù ha detto alla Samaritana: “Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità“ (Giovanni 4:22-23).

Prima non capivo cosa volesse dire!
Significa che ricevendo un nuovo spirito alla nuova nascita. Lo Spirito Santo è venuto ad abitare in quel nuovo spirito che ho ricevuto. Il mio nuovo spirito è diventato la dimora di Dio, in un corpo non ancora resuscitato, ma ancora sottoposto alla morte.

Oltre alla coscienza del peccato, lo Spirito Santo ci da anche la coscienza della giustizia di Dio, nel nostro nuovo spirito.
Lo Spirito Santo è venuto per convincerci di peccato, di giustizia e di giudizio. I tre sono inseparabili.
Significa che lo Spirito Santo lavora innanzitutto per rivelarci il peccato, la natura del peccato e la soluzione di Dio.
In seguito Egli viene per convincerci di una seconda realtà: la giustizia e la santità perfetta di Dio.
Dio ci dice: “Voglio che partecipi alla Mia santità, come dono gratuito che ti ho dato in Gesù Cristo”.

Quando accetti Gesù come tuo Signore e Salvatore, avviene un grande miracolo, il miracolo più grande di tutti, che Dio chiama Nuova Nascita 
(Giovanni 3:3).

Così come abbiamo ereditato il peccato con la nostra nascita terrestre, quando nasciamo di nuovo attraverso la fede in Cristo e nella sua opera, questa nuova nascita ci fa entrare nel regno di Dio ed Egli ci da uno spirito nuovo che non ha nulla a che vedere con quello che avevamo prima. 
É un nuovo spirito, creato secondo Dio, in una giustizia e una santità prodotte dalla verità
É un dono di Dio per tutti quelli che accettano Gesù come Signore e Salvatore. Il loro nuovo spirito eredita la santità di Gesù.

É davvero formidabile pensare che Dio ci dona un nuovo essere, che l’apostolo Paolo chiama “uomo nuovo” (o donna nuova). 
L’uomo nuovo è un dono di Dio in Cristo

Si tratta di uno degli aspetti della parola della Croce: 
morendo sulla Croce, Gesù ha portato con sé nella morte anche il nostro vecchio essere, la fonte di tutti i peccati.
La preoccupazione di Dio non riguardava soltanto tutti i peccati commessi, ma piuttosto la fonte di tutti quei peccati: il nostro vecchio essere. 
Così lo ha fatto morire con Gesù sulla Croce. 
Ed è scritto che quando Gesù è resuscitato, noi siamo resuscitati in Lui e con Lui.

Questo significa che con la Sua resurrezione, Egli ha creato un mondo nuovo.
Un giorno, questo mondo che vediamo ora, sparirà, sarà “ripiegato come un vecchio mantello”. Allora verranno ricreati un nuovo cielo e una nuova terra, ma in Cristo, e con la Sua resurrezione, sono già stati creati. E quando Cristo è resuscitato, tutti quelli che credono in Lui, o che crederanno in Lui, sono stati resuscitati a nuova vita per opera di Dio stesso.

Sapete che siamo chiamati ad essere simili all’immagine di Gesù?

É una cosa molto forte!
In molti passaggi la Bibbia dice: “siamo predestinati ad essere simili all’immagine di Gesù”. 
E come potremmo esserlo senza un dono di Dio?
I Cristiani con i loro sforzi, non potranno mai arrivare a crescere fino alla statura di Cristo, è un dono che Dio ci da in Cristo.
Dobbiamo crederlo ed accettarlo.
E quando lo facciamo, lo Spirito Santo inizia la sua opera in noi, ci apre sempre di più gli occhi, con un solo obiettivo, che possiamo conoscere l’opera di Cristo, accettandola per fede, dicendo a Dio:
Signore, non riesco a comprenderlo con la mia intelligenza. (Non importa, un giorno lo comprenderai) Ma ricevo il messaggio che Gesù, sulla Croce, non ha solo pagato al mio posto con il Suo Sangue per i miei peccati, ma che con la Sua morte, Egli ha fatto morire la mia vecchia natura, che era solo un impedimento per me, anche nella mia nuova vita cristiana.

Ma volete sapere una cosa?

La carne, la vecchia natura, non vuole morire.

La sola cosa che teme è la morte. 
Essa dominava la mia vita prima della conversione, quando ha visto che entravo in una strada molto pericolosa per lei, si è detta: “Visto che non ho potuto impedirglielo, lo seguirò nascondendomi”. 
Ecco il modo migliore che la carne ha trovato per sopravvivere: fa sì che io continui a manifestarla, facendomi credere di essere la mia vera identità!

Lo ripeto perché è davvero fondamentale comprenderlo bene:
Dio ha preso la vecchia natura, che abbiamo ereditato su questa terra, e l’ha messa a morte in Cristo.
Quella vecchia natura è la tua vecchia identità:
nato in quel posto, da quei genitori, con quell’eredità, quella nazionalità, con certi studi, una certa educazione, certe qualità, certi difetti… 
Tutto questo fa parte della tua vecchia natura e questa natura è condannata a morte, anzi, è già morta in Cristo. 

In cambio Dio ha creato in Cristo una nuova natura spirituale per te, fatta a immagine di Gesù, capace di ricevere lo Spirito Santo e di manifestare la vita dello Spirito Santo in grado di camminare nella fede e nell’obbedienza.
La nostra vecchia natura è incapace di obbedire a un qualcosa di divino, ecco perché Dio mette una nuova natura in noi, nel nostro spirito rigenerato. 
E lo Spirito Santo, che è Dio stesso, viene ad abitarci dentro. 
Che grazia enorme!

Nel tempio di Gerusalemme, solo un uomo (il sommo sacerdote), poteva entrare una volta l’anno, tutto tremante, nel Santo dei Santi, con il sangue dei capri e dei vitelli.
Ora invece, il tabernacolo di Dio, il luogo dove viene a dimorare Dio, non è più un edificio, ma è lo spirito rigenerato dei Suoi figli.

Vi rendete conto della grazia che Dio ci ha fatto e della responsabilità che abbiamo?

Lo Spirito Santo, cioè la presenza di Dio, si trova nel mio spirito rigenerato, dentro di me, e quindi mi accompagna dappertutto, ascolta tutto quello che dico, vede tutto quello che faccio. 
Quando vivevo una vita cristiana controllata dalla carne religiosa, lo Spirito Santo lo vedeva ed aveva compassione di me. Vedeva che facevo grandi sforzi per fare le cose per Dio, vedeva che non avevo capito il messaggio della Croce. Ed ha aspettato pazientemente che io sbattessi il naso!
Quando cerchiamo di obbedire a Dio con le nostre sole forze, finiamo contro un muro e sbattiamo il naso.

Una volta sbattuto contro il muro, dopo anni di vita cristiana in cui tutti i mezzi che avevo tentato erano falliti, nel mio cuore ho gridato, come l’apostolo Paolo: 
“O miserabile uomo che sono!”
Gridavo: “Ci sarà una soluzione? Dio mi chiede di essere perfetto! Mi sforzo, mi sforzo, ma non ci riesco! Non mi basta una perfezione parziale, fosse anche al 99%. 
Voglio una perfezione come quella del mio Signore Gesù”. 
E il Signore mi ha detto: “Lo so, ma sei duro a comprendere, sei cocciuto, eppure è scritto! 
Non ne voglio sapere nulla della tua vecchia natura, non voglio i tuoi sforzi personali per raggiungere quello che non puoi raggiungere. Gesù lo ha già fatto per te! 
Quando Egli è morto, ha preso su di sé tutta la tua vecchia natura. Egli l’ha portata nella tomba con sé, e quando è resuscitato, Egli ti ha dato una nuova vita, quella che senti in te. Ma non l’hai ancora capito, perché sei ancora aggrappato al tuo vecchio uomo.

Mi chiamo Henri, sono nato a Lourdes, sono stato professore di psicologia. Era la mia realtà. 
Ma Gesù voleva distogliere i miei occhi da quella realtà, per dirigerli verso di Lui, verso la Sua opera, verso quello che Egli ha fatto di me in Lui: 
una Nuova Creatura.

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, tutte le cose sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17) in Cristo, in spirito.

Questa vita che hai ricevuto, che è perfetta e santa, deve potersi manifestare nel tuo corpo attuale. 
E per far questo, la barriera della carne non deve più controllare alcun aspetto della tua vita, neanche il più piccolo.

Questo messaggio può essere oggi, per te, il migliore o il peggiore che tu abbia mai ricevuto.
Puoi pensare: “Ma perché sto ascoltando queste assurdità?” 
oppure puoi dire: “Signore, io amo Gesù e voglio vederlo manifestarsi in me e nella sua Chiesa”.

Di cosa pensate che il mondo abbia bisogno? 
E che tutte le Chiese cristiane abbiamo bisogno?
Innanzitutto non di belle dottrine.

Non mi fraintendete, Io sostengo la buona dottrina, ma non è quello che il Signore cerca innanzitutto. 
Egli cerca di vedere Gesù manifestato nella Sua Chiesa. 
E cerca di vedere attraverso la Sua Chiesa, l’amore puro di Gesù manifestato in questo mondo che ne ha così bisogno.
Ma come può manifestarsi questo amore nella mia vita se in me è mescolato all’amore carnale, a tutto quello che proviene dalla carne e dalla mia vecchia natura?
Queste due cose non possono stare insieme!
Dio vuole fare tabula rasa di tutto quello che rappresenta la nostra vecchia natura, per manifestare la vita di Gesù attraverso il nostro nuovo spirito, la nostra nuova natura. 
Ecco cosa vuole Dio!

Questo è necessario memorizzarlo bene: 
É possibile dare gloria a Gesù su questa terra e nella Sua Chiesa, a condizione di lasciare agire liberamente lo Spirito Santo e la Sua Parola. 
Accettare di morire a noi stessi è il grande messaggio della Croce, non solo in modo dottrinale perché è scritto nella Bibbia, ma in modo pratico nella nostra vita di tutti i giorni.

Sono sposato da più di 40 anni con la mia cara moglie. Ci amiamo come dei fidanzati, perché Gesù ha messo nel nostro cuore quell’amore. Se non avessimo ricevuto Gesù per cambiare quello che eravamo prima e trasformarci a Sua immagine, forse saremmo come tante coppie, divorziati da tempo, con una famiglia distrutta e ricostituita.
L’amore di Gesù è quello di cui il mondo ha bisogno, è quello di cui la Chiesa ha bisogno, perché quell’amore è puro, santo, potente, perfetto e mosso dalla santità.
Questa santità non possiamo viverla senza la comprensione della parola della Croce e senza l’accettazione dell’opera di Gesù.
Ecco quello di cui la Chiesa ha bisogno!

Il mondo che ci circonda sta crollando sotto il peso dei problemi, della disperazione. 
Quanti di voi hanno conosciuto nella propria vita problemi e disperazione!
Tutto questo è la conseguenza del peccato iniziale di un uomo e una donna, ma può essere tutto interamente ribaltato, radicalmente cambiato da Gesù, al cento per cento, quando entra con potenza nella nostra vita. 
Egli non fa soltanto di noi una nuova creatura in Cristo, bensì vuole insegnarci a tenere in permanenza sulla Croce quella vecchia carcassa che vorrebbe sempre controllarci. Egli vuole insegnarci come permettere alla nuova vita in Cristo di manifestarsi in noi.

Prima di concludere, leggiamo qualche passaggio nella Bibbia.

Efesini 4, dal versetto 17: 
Questo dico dunque ed attesto nel Signore, che non camminiate più come camminano ancora gli altri gentili, nella vanità della loro mente (vedete? la mente, cioè i pensieri, cioè l’anima). ottenebrati nell’intelletto, estranei alla vita di Dio per l’ignoranza che c’è in loro e per l’indurimento del loro cuore”.
Paolo parla a dei Corinzi nati di nuovo, pieni di Spirito. 
Ci mostra che è possibile camminare, più o meno, come i pagani, se la nostra intelligenza è ottenebrata, se il nostro cuore è indurito o nell’ignoranza dell’opera di Cristo. É possibile lasciare che la vecchia natura ci controlli ancora, come fa nei pagani:
Essi essendo diventati insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza… Voi (cristiani) però, non è così che avete conosciuto Cristo, se pure gli avete dato ascolto e siete stati ammaestrati in Lui secondo la verità che è in Gesù (da Dio stesso, dalla Sua Parola, dal Suo Spirito: ammaestrati per cosa?) per spogliarvi (ecco la morte della Croce applicata alle nostre vite) per quanto riguarda la condotta di prima, dell’uomo vecchio che si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione (il vecchio uomo è la mia natura prima della conversione, o meglio, quello che rimane di essa), per essere rinnovati nello spirito della vostra mente (la nostra mente deve essere illuminata dallo Spirito di Dio e dalla sua Parola per poter comprendere il piano di Dio) e per rivestire l’uomo nuovo (il vostro spirito rigenerato), creato secondo Dio nella giustizia e santità che vengono dalla verità”.

Se Dio mette in te un uomo nuovo (o una donna nuova) con la tua nuova nascita, un uomo nuovo che è già creato secondo Dio, cioè a immagine di Gesù, in una santità e giustizia perfette, Egli vuole che tu impari da Gesù a rivestirti di quell’uomo. 
Non deve assolutamente restare bloccato nel guscio della carne che gli impedisce di manifestarsi. 
Gesù vuole che ti rivesti di quello che hai ricevuto, che sia manifesto, che si veda. É come rivestirsi di un abito nuovo.

Dio ti da un abito nuovo. Non vorrai lasciarlo nell’armadio per continuare ad indossare il vecchio straccio di prima!
Gesù ti insegnerà a sfoggiare il nuovo abito, affinché Lui stesso sia visto in te. Per fare questo è però necessario che prima ti spogli del vecchio abito, perché nessuno indossa un bel vestito nuovo sopra uno straccio. 
Hai ricevuto tutto in Cristo. É tutto a tua disposizione. Se lo vuoi, Dio ti insegnerà a manifestare Gesù e la nuova vita che ti ha dato, nella tua vita.
E se non l’hai ancora ricevuta, penso che ora sia il momento di riceverla, grazie alla fede in Gesù e in quello che Egli ha compiuto per te (e per me) sulla Croce.

Concluderò con una preghiera e facendo un appello. Ma sarà un appello silenzioso. Cioè non chiederò a nessuno di alzarsi o alzare la mano. Sarà una cosa tra te e Dio, perché quello che interessa a Dio è il tuo cuore. 
Come vi ho detto prima, anche se qualcuno non alza la mano, è nel cuore che accade, e allo stesso modo, anche se alcuni alzano la mano, il loro cuore potrebbe restare chiuso.

Dunque, al Signore interessa quello che avviene ora nel vostro cuore. E l’appello che faccio è semplice.
Gesù cerca operai per il suo raccolto.
Egli dice ai Suoi discepoli: “Pregate che il Padre mandi degli operai per il suo raccolto”. 
Il Padre ricerca operai della Croce, e cioè uomini e donne che hanno compreso il messaggio della Croce in tutta la sua interezza, che l’hanno accettato per sé stessi, rinunciando alla loro vecchia vita per accogliere pienamente la nuova vita di Gesù con tutte le sue conseguenze.
É una rinuncia al vecchio Io per accettare il nuovo Io che Dio mi dona in Cristo, per essere un operaio nel campo di Dio. Il vero operaio non è solo colui che va di luogo in luogo a predicare la Parola (servono anche degli operai evangelisti, è uno dei ministeri), ma è qualcuno che ha lasciato Gesù manifestarsi nella sua vita e che accetta di essere utilizzato da Dio per riversare l’amore di Gesù di cui il mondo e la Chiesa hanno così tanto bisogno.
Questo implica un azione seria e radicale.

Gesù ci chiede di pregare perchè il Padre mandi degli operai. 
Mancano operai!
Nel mondo tanti cercano lavoro e non lo trovano, ma Dio cerca degli operai, e vi assicuro che non ne trova quanti ne vorrebbe.
Forse avete tutta la vita davanti. Dico “forse” perché non sappiamo con precisione quando Gesù ritornerà. Ma in ogni caso, la vita che avete davanti a voi, Dio vorrebbe che fosse vissuta alla Gloria di Gesù. Non per la gloria di una religione o di una denominazione umana, o per la gloria di qualsiasi altro che non sia Gesù.

Se accettate di dare a Dio carta bianca, affidateGli la vostra vita dicendo: 
Gesù, ho capito, forse non tutto, ma comincio a capire; so che mi costerà caro, tutta la mia vita personale, tutte le cose e tutti le persone a cui ero legato prima, tutto, per permettere che Tu ti manifesti nella mia vita e che io possa diventare un operaio del Tuo raccolto.”

Ora faccio un appello a tutti quelli che vogliono essere operai nel raccolto di Dio, che vogliono vivere il messaggio della Croce di Gesù quotidianamente.
Prego il Signore che metta a morte nella loro vita tutto quello che appartiene alla vecchia natura, alla carne con i suoi desideri ingannevoli, affinché la natura stessa di Gesù si manifesti nella loro vita, la natura che Gesù ha dato loro alla nuova nascita. Faccio questo appello da parte di Gesù. E resterà tra voi e Dio.

Se sentite nel cuore questa chiamata e volete rispondere, fatelo direttamente al Signore.
Chiedete che la grazia e l’amore di Gesù vi aprano gli occhi al Cristo e alla Sua opera perfetta e già compiuta interamente. 
Basta dire: “Signore, eccomi così come sono, voglio servirti, voglio essere un operaio nel tuo raccolto e, innanzitutto fai nella mia vita e nel mio cuore quello che vuoi, manifesta Gesù in me, perché voglio che il Nome di Gesù Cristo sia pienamente glorificato nella mia vita”.


“Signore, Padre mio, abbiamo bisogno di comprendere il messaggio della Croce. 
Abbiamo bisogno di approfondirlo, di sapere in cosa consiste, qual è la sua potenza, 
follia per gli uomini, ma potenza per te.
Signore, la mia preghiera, la nostra preghiera, è che ci illumini gli occhi interiori per comprendere questo messaggio, 
non solo intellettualmente, ma nella profondità del nostro cuore e del nostro spirito.
Per l’azione del Tuo Spirito, Padre, ti supplico che tutti i cuori possano ricevere e accettare la Verità. 
Amen!”


Insegnamento di Henri Viaud-Murat (Per il Perfezionamento dei Santi)

Fonte Originale: Sourcedevie.com



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