sabato 3 marzo 2018

Un cristiano può perdere la salvezza? Che cos’è la vera Grazia di Dio? Vediamo cosa dice la Bibbia.

Insegnamento di Henri Viaud-Murat

Carissimi, questa sera voglio parlarvi di un argomento di vitale importanza: la Salvezza. 

Esistono cristiani che non hanno ancora la piena certezza della loro salvezza. Ma questo argomento è importante perché tutti abbiamo bisogno di ricordare quello che Gesù ha compiuto sulla Croce per noi e in cosa consiste la salvezza di cui Dio ci parla nella Bibbia. 
Quindi vorrei parlare della salvezza biblica che Gesù ci ha dato alla Croce.
In seguito parlerò di un altro argomento molto importante e controverso: 
Un cristiano può perdere la sua salvezza? Cosa dice la Bibbia?

Innanzitutto
1) Che cos’è la salvezza?
2) In che cosa consiste?

Ho raccolto molte referenze bibliche a riguardo. Forse non le leggerò tutte, ma vi darò i riferimenti. 
Dal primo all’ultimo versetto della Bibbia ci è stato riportato tutto a riguardo della salvezza di Dio attraverso Cristo.

1) Il primo punto ci ricorda che il Signore Gesù Cristo ha acquistato per noi una salvezza completa e totale. Cristo è morto per noi sulla Croce. Quando dice: “Tutto è compiuto”, significa che, nell’istante in cui è morto per noi sulla Croce, ci ha riscattati con il Suo sangue da tutti i nostri peccati. Ha riscattato i peccati del mondo intero con il suo sacrificio. È scritto che Egli ha portato nel suo corpo sul legno, i peccati dell’intera umanità con il castigo spettante, per liberarci dalla punizione eterna alla quale eravamo condannati.
Ecco il primo punto: Gesù ha acquistato per noi sulla Croce una piena salvezza.

“Piena salvezza” perché riguarda il nostro spirito, la nostra anima e il nostro corpo.
Lo spirito è il primo ad essere cambiato con la nuova nascita, nel momento in cui accettiamo Gesù come salvatore e Signore, pentendoci dei nostri peccati e chiedendogli perdono avendo compreso che Gesù ha pagato per noi sulla Croce. 
Quando arriviamo davanti al Signore come peccatori per chiedere perdono, Egli ricrea a nuovo il nostro spirito. Già nell’istante in cui accettiamo Gesù, riceviamo una salvezza completa per il nostro spirito, la nostra anima e il nostro corpo. 
Il Signore comincia con il darci una nuova nascita, ma questa non si manifesta pienamente da subito. Riceviamo tutto in quel preciso istante, ma questo “tutto” non è ancora manifestato completamente. 
Con la nuova nascita spirituale, riceviamo la vita eterna, che però sarà manifestata pienamente solo al momento della risurrezione al ritorno del Signore, quando verrà a prenderci per portarci nel suo paradiso eterno. Allora la nostra salvezza sarà pienamente manifestata per l’eternità. 
La salvezza l’abbiamo già, ma non è ancora visibile.

Aspettando quel momento, il Signore ci dice: “Ora dovrai santificare la tua anima – e cioè i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti e la tua volontà – portandoli ad obbedire pienamente a tutto quello che ho comandato; e dovrai santificare il tuo corpo, guarendolo se sei ammalato, utilizzando le innumerevoli provvigioni di guarigione che ho messo a disposizione per te, aspettando la piena manifestazione di quello che ho acquistato per te: e cioè la risurrezione, la quale inghiottirà completamente la morte quando verrò a prenderti.”
Possiamo quindi avere, fin da ora, la ferma certezza della piena salvezza che ci ha donato Gesù. 
Quando ci pentiamo dei nostri peccati e andiamo verso il Signore Gesù per chiedergli perdono, Egli ci dà la vita eterna che, scorrendo in noi, ci da la piena certezza della salvezza.

In Romani 8, versetto 38, è scritto: “Poiché ho la certezza che né morte, né vita, né angeli, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezze, né profondità, né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio manifesto in Gesù Cristo nostro Signore”. 
Niente può togliermi la certezza della piena salvezza che Gesù mi ha dato, niente può separarmi dall’amore di Cristo, niente potrà strapparmi dalla mano di Gesù Cristo, se cammino fino alla fine come vuole il Signore, se faccio tutto quello che mi chiede
Dopo aver ricevuto la piena salvezza per grazia, il Signore mi chiede di camminare nella fede e nell’obbedienza, aspettando il suo ritorno. Se faccio questo, nulla potrà togliermi la certezza della salvezza perfetta che sarà manifestata pienamente quel giorno. È questa la confessione di Paolo: “Io ho la certezza”. Se Dio lo dice nella sua Parola, anche noi possiamo dire: “Ho la certezza che nulla potrà separarmi dall’amore di Dio manifestato in Gesù Cristo”. 
Nulla! Tranne la mia volontà. 
Infatti la mia volontà, devo metterla al servizio del Signore, dicendo: “Signore ti amo, voglio camminare con Te fino alla fine e so che mi aiuterai a farlo”.

La piena certezza della salvezza, ci viene data quando ci pentiamo dei nostri peccati; ci rendiamo conto che siamo dei peccatori e ce ne pentiamo. 
Ascoltiamo il Vangelo, lo Spirito Santo ci convince del nostro peccato, ci pentiamo e andiamo ai piedi del Signore per chiedere perdono. 
Il pentimento secondo Dio è una tristezza che porta alla vita, la tristezza di aver capito che cosa è il peccato. Lo Spirito Santo ci rivela la sua profondità: il peccato è in noi, è nella nostra natura, e in questa nostra natura di peccato tutto è marcio agli occhi di Dio. 
Ma Gesù ha risolto il problema sulla Croce, prendendo su di Sè tutti i peccati e grazie a Lui riceviamo la vita. 
La prima cosa da fare è: pentirsi dei propri peccati. 
Cercare un pentimento profondo che produce dei frutti, come diceva Giovanni battista: “Producete dei frutti degni del pentimento”. 
Il pentimento che lo Spirito Santo ci invita a compiere dovrà essere abbastanza profondo e sincero da produrre in noi il frutto dello Spirito, non un pentimento fatto a parole o emotivamente versando qualche lacrima. 
Pentirsi vuol dire permettere allo Spirito Santo di agire nel mio cuore, per rivelarmi cosa significa il peccato per Dio, cosa significa il perdono dal peccato e comprenderne la grandezza dell’offerta di Gesù
Solo allora posso decidere di consacrare pienamente la mia vita al Signore, per produrre dei frutti a Lui graditi fin dall’inizio della mia conversione. Ecco cos’è il vero pentimento: un pentimento concesso da Dio, attraverso l’azione dello Spirito Santo, a coloro che gli aprono veramente il cuore, che lo accettano come Signore, che confessano i loro peccati per abbandonarli e non commetterli più.
Quando mi avvicino al Signore devo confessare di essere un peccatore e decidere di abbandonare i miei peccati una volta per tutte, poi chiedere al Signore di offrirmi il perdono. Allora ricevo il perdono totale di Dio per tutti i miei peccati, quelli che ho commesso fino a quel momento e per cui ho chiesto perdono. 
Gesù ha pagato in anticipo per tutti i miei peccati passati, presenti e futuri. Al momento della mia conversione mi perdona per i peccati passati, ma quelli che commetterò in seguito mi verranno perdonati pienamente solo quando me ne pentirò confessandoli, anche se Cristo li ha già comunque presi su di sé.
Riassumendo: 
Devo confessare di essere un peccatore, abbandonare i miei peccati e chiedere ed accettare il perdono di Dio
Questo bisogna capirlo bene, perché ci sono dei cristiani che fanno fatica ad accettare il pieno perdono di Dio; anche dopo aver confessato i loro peccati, continuano a ri-confessarli, allorquando Dio ha ascoltato già la prima volta e ha dato loro un pieno perdono. 
Il Signore non desidera altro! 
Egli ti spinge, con la sua bontà, al pentimento affinché tu sia perdonato. È quindi importante accettare e ricevere il perdono che Dio ti dà quando confessi i tuoi peccati.

Dopo il pentimento e la nuova nascita, bisogna accettare di passare dalle acque del battesimo (come scritto nella Bibbia: per immersione e nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo), e pregare per ricevere il battesimo di Spirito Santo (battesimo di fuoco e di Spirito come il giorno di Pentecoste), e infine consacrare interamente la propria vita al Signore. 
È così che si diventa un vero discepolo di Gesù.

A partire da questo momento, Gesù ti chiede di perseverare in quattro cose, descritte in Atti 2:42:
- l’insegnamento degli apostoli (cioè della Parola, la Bibbia),
- la comunione fraterna (restare unito al corpo di Cristo e frequentare altri cristiani nati di nuovo)
- il pane e il vino (la condivisione del pane: la santa cena, presa nelle condizioni date da Dio)
- e le preghiere.
Se faccio tutto questo, perseverando fino alla fine, accederò al cielo nella piena salvezza che Dio mi ha dato in Cristo. 
Devo però aver ben chiaro che non lo ottengo attraverso le opere, ma unicamente per grazia attraverso la fede. Come il Signore stesso dice nella sua Parola.

In Romani 4, versetto 6, Davide esprime la felicità dell’uomo a cui Dio ha imputato la giustizia senza le opere: “Beati sono coloro le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti”. Per noi i peccati sono addirittura “cancellati”. Ciò significa che la grazia del Signore è un dono gratuito che non meritiamo, un perdono completo, la cancellazione totale di tutti i nostri peccati, dataci per fede nell’opera di Gesù, affinché tutto sia ricevuto per grazia. Altrimenti, se non fosse per grazia, sarebbe una ricompensa per le mie opere e questo il Signore non lo vuole. Il Signore mi chiede solo una cosa: credere.
“Credi al Signore Gesù e all’opera che Egli ha compiuto per te”. 
Se ricevi la salvezza di Dio per fede, si manifesterà nella tua vita. Tutti i doni di Dio si ricevono per fede: che sia guarigione, salvezza, doni spirituali, miracoli, ecc… tutto si riceve per fede. E meno male! Se fossero ricevuti grazie alle opere o ai meriti, nessuno potrebbe ricevere nulla. Ma Dio ci fa la grazia attraverso la fede. Tu non lo meriti, nessuno lo merita, ma Gesù ha pagato per tutti e te la regala, prendila!

In Romani 5, versetto 2, dice la stessa cosa: “Per mezzo del Signore abbiamo anche avuto, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio
La grazia di Dio non ci è data senza condizioni, ma solo se abbiamo fede. È la fede che ci fa accedere alla grazia. Questo significa che se un cristiano un giorno perdesse la fede, perderebbe anche la grazia di Dio, poiché la fede è la chiave che ci permette di aprire la porta della Grazia.
La grazia di Dio è sempre disponibile per tutti, ma Gesù dice: “A condizione che hai fede nelle mie promesse e nella Parola di Dio”. Se hai la fede, la porta della grazia si apre, altrimenti non ti toccherà.

In Romani 6, versetto 14, Paolo dice: “Il peccato non avrà potere su di voi, poiché non siete sotto la legge ma sotto la grazia”. Quindi, se siamo sotto la vera grazia di Dio, il peccato non avrà potere su di noi. 
Ora che siamo riscattati per grazia, non possiamo più dire che siamo dei peccatori che non possono fare a meno di peccare tutti i giorni. È vero che il peccato è nella carne, ma la carne è stata crocifissa alla Croce da Gesù. Se lo credo con tutto il mio cuore, lo vedrò compiersi e potrò vivere già qui sulla terra il comandamento che Gesù mi ha dato: “Siate santi come Io sono santo, siate santi come vostro Padre celeste è santo”, è l’ordine di Gesù per noi sulla terra. Non potremo essere santi come Lui su questa terra, senza una vittoria completa sul peccato quaggiù, vittoria totale, completa, sempre per grazia e per fede. 
La fede nell’opera della Croce mi da due cose: 
1- un pieno perdono dei miei peccati e 
2- una piena vittoria sulla potenza del peccato nella mia vita; tutto questo grazie alla fede in Cristo.
Il primo punto, quindi, è che grazie alla fede nell’opera di Gesù, abbiamo una piena salvezza che ci viene data per grazia.


2) Il Secondo punto ci insegna che potremo accedere alla piena salvezza solo se rispetteremo determinate condizioni della Parola di Dio.
In Romani 8, nel versetto 24, viene detto: “È in speranza che siamo salvati.” Nel versetto 23 diceva: “Noi sospiriamo aspettando la redenzione del nostro corpo.” 
Non è ancora accaduto. “Noi sospiriamo aspettando la piena manifestazione della salvezza”, l’ingresso in paradiso, là dove potremo pienamente respirare. “È in speranza che siamo salvati”. Ricordatevi che “la fede è la piena certezza di cose che si sperano”. Dire che siamo salvati in speranza, non significa che non abbiamo ancora ricevuto la salvezza. Noi la possediamo,. ma la fede deve aggrapparsi alla speranza. Io sono salvato in speranza a condizione che mantenga la fede “Ora, la speranza che vediamo non è più speranza. Quel che vediamo possiamo sperarlo ancora? Ma se noi speriamo quel che non vediamo (cioè la piena manifestazione della salvezza, vedere Gesù faccia a faccia), noi l’aspettiamo con perseveranza”. 
La parola chiave è Perseveranza!
A partire dal momento in cui ricevo la salvezza per fede, Gesù mi chiede di perseverare nella fede finché non vedrò la salvezza compiersi completamente con la venuta di Gesù Cristo per il mio rapimento nei cieli. Perseveranza, la parola chiave! 
E subito dopo dice: “E lo Spirito ci aiuta nella nostra debolezza”. Il mio ingresso effettivo nella salvezza eterna nei cieli mi sarà dato solo perseverando nella fede e nell’obbedienza fino alla fine. Non devo abbandonare questa certezza alla quale è legata una così grande ricompensa, come dice la lettera agli Ebrei. 
Se abbandono questa certezza, cosa succederà?  Significa che ho abbandonato la fede. Se abbandono la mia certezza, abbandono la fede. E cosa succede se abbandono la fede? Cado, e il sangue di Gesù Cristo non ha più potere su di me. 
Spiegheremo i dettagli più avanti.

Leggiamo qualche versetto che mostra l’importanza della perseveranza.
In Matteo 24, nel versetto 13, Gesù dice: “Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”. Gesù sta parlando ai discepoli, dicendo: “Vi sottoporranno ai supplizi…”. “Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”. Quindi, chi non avrà perseverato fino alla fine non sarà salvato. Altrimenti Gesù non avrebbe detto questa frase.

In Luca 21, nel versetto 19, Gesù dice ancora ai suoi discepoli: “Con la vostra perseveranza salverete le anime vostre”. Gesù non sta parlando del corpo, ma dell’anima. Dice: “Con la vostra perseveranza”. Non parla neanche della sua opera sulla Croce. Sa benissimo che la compierà e che è grazie alla sua opera sulla Croce che siamo salvati. Ma la fede che Egli mi da che mi permetterà di perseverare fino alla fine. “Con la tua perseveranza salverai la tua anima”. È Lui che salva la mia anima, ma è con la mia perseveranza che entrerò nella salvezza.

In Romani 2, nel versetto 6, leggiamo: “Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere, riservando la vita eterna a chi, con la perseveranza nel fare il bene ricercano l’onore, la gloria e l’immortalità”. Quando siamo discepoli di Gesù, ecco cosa ricerchiamo: l’onore, la gloria e l’immortalità della salvezza. “Dio riserva la vita eterna a quelli che si applicano con la perseveranza nel fare il bene. 
Ma attenzione! “Fare il bene” non sono le opere, significa perseverare nel restare nella fede e nell’obbedienza. Se applico queste condizioni, la vita eterna mi è pienamente assicurata.

In 2 Timoteo 2, nel versetto 12, viene detto: “Se noi perseveriamo regneremo anche con Lui. Se lo rinneghiamo, anche Lui ci rinnegherà”. Parla a dei cristiani. “Se perseveriamo regneremo con Lui, se Lo rinneghiamo…”. 
Gesù ha forse detto: “Non preoccuparti, la salvezza che ho acquistato per te e che hai confessato al momento della tua conversione, è tua, nulla di male potrà accaderti” ?
Proprio No! C’è scritto: “Se noi lo rinneghiamo”. Significa che è possibile che un discepolo rinneghi il Signore, è già successo in passato e sfortunatamente succede ancora. “Se lo rinneghiamo, anche Lui ci rinnegherà”. Se Gesù rinnega qualcuno che l’aveva accettato come salvatore, significa che il suo ingresso in cielo non è più certo.

In Ebrei 6, nei versetti 11 e 12, è scritto: “Desideriamo che ognuno di voi (parla a dei cristiani), mostri lo stesso zelo per conservare fino alla fine una piena speranza (la piena speranza si appoggia sulla fede), in modo che non diventiate pigri, ma che imitiate quelli che con fede e perseveranza ereditano le promesse”. Soprattutto la promessa della vita eterna. Ho ricevuto la vita eterna il primo giorno della mia conversione, ma Gesù mi dice “Devi perseverare se vuoi ereditare tutto ciò, vederlo con i tuoi occhi ed entrare. Devi perseverare fino alla fine”. Egli ci rivela cosa accade a chi non persevera, in Ebrei 6 versetto 12: “In modo che non diventiate pigri”. Se diventiamo pigri non potremo diventare come coloro che con fede e perseveranza ereditano le promesse. Però il Signore ci dice: “Se sei nato di nuovo, ricevi la vita eterna”.

In 1 Giovanni versetto 9 è scritto: “Chiunque è nato da Dio (cioè colui che è nato di nuovo) non pratica il peccato perché il seme di Dio dimora in lui e non può peccare perché è nato da Dio. Da questo riconosciamo i figli di Dio dai figli del diavolo”. Non è un impossibilità assoluta, è sempre possibile peccare, può capitare a tutti noi, ma “Chiunque è nato da Dio non pratica più il peccato”, significa che non ricadiamo più in modo permanente negli stessi peccati per restarci. È il segno distintivo di chi si è veramente pentito. All’inizio della vita cristiana non abbiamo ancora capito tutto, non abbiamo ancora ricevuto tutto, sappiamo poche cose e abbiamo bisogno di rinnovare i nostri pensieri. Abbiamo bisogno di ricevere l’insegnamento della Parola. Abbiamo ancora delle debolezze, viviamo alti e bassi. Ma qui viene detto: Se sei nato da Dio, hai ricevuto nel tuo cuore una vita che ti fa detestare, odiare il peccato. Se pecchi, stai male e non puoi più sopportare il peccato, non lo pratichi più. È da questo che si vede che sei figlio di Dio. Possiamo ancora peccare per debolezza della carne perché non siamo ancora abbastanza forti. È ancora possibile. Ma questo non vuol dire, che se un cristiano nato di nuovo commette ancora un peccato per debolezza, perde la salvezza. È sbagliato sostenere che la salvezza che abbiamo ricevuto alla nuova nascita, la perdiamo al primo peccato commesso e che se chiediamo perdono la riacquistiamo, per poi perderla nuovamente al prossimo peccato… No! Non è affatto quello che la Bibbia insegna. Non facciamo dire alla Bibbia cose che non dice. 
In quanto figli di Dio, quando pecchiamo, innanzitutto perdiamo la comunione con Dio, si interrompe perché abbiamo rattristato lo Spirito Santo. Per questo  lo Spirito Santo vuole immediatamente convincerci del nostro peccato, per confessarlo al Signore, chiedere perdono e riceverlo, per essere lavati dal sangue di Gesù e subito ripartire nel buon cammino che sale fino alla vita eterna. È questo che Dio vuole, che non pratichiamo più il peccato. E se ci capita di cadere per debolezza, confessiamo immediatamente i nostri peccati, riceviamo il perdono di Dio e andiamo avanti nella Sua via.

Attenzione però! Riconoscere il proprio peccato davanti a Dio non basta, devo anche immediatamente chiedere il Suo perdono. Le due cose vanno insieme.


Vi leggerò un passaggio che mostra quello che Simone ha fatto subito dopo la sua conversione. Simone era un mago e ha ascoltato il Vangelo. In Atti 8, nel versetto 13 è detto: “Simone credette e, dopo essere stato battezzato, stava di continuo con Filippo; e, vedendo le potenti opere e i segni che erano fatti, ne rimaneva stupito.”. Gesù dice che per diventare suo discepolo bisogna fare due cose: 
Se credi nel Signore Gesù e sei battezzato, sarai salvato. È detto in Marco 16: se vuoi la vita eterna, credi e ricevi il battesimo.
Quindi Simone aveva riempito le due condizioni necessarie per diventare un cristiano “Simone credette e fu battezzato”. Diventò discepolo di Gesù. E subito dopo commise un grosso peccato. Tutti i peccati sono sgraditi al Signore, ma ce ne sono alcuni che Lo rattristano particolarmente. 
Simone voleva comprare il potere di far scendere lo Spirito Santo imponendo le mani su chi lo chiedesse. Una cosa abominevole, e prova che non aveva capito nulla della grazia di Dio. Nulla si compra da Dio, tutto è un dono gratuito. Simone aveva il cuore contorto anche se era un novello discepolo di Gesù. Il suo cuore era ancora contaminato. Sentite cosa gli dice Pietro nel versetto 20: “Ma Pietro gli disse: «Vada il tuo denaro in perdizione con te, perché tu hai pensato di poter acquistare il dono di Dio col denaro”. Simone non aveva capito la grazia di Dio, eppure era un discepolo. “Tu non hai parte né sorte alcuna in questo, perché il tuo cuore non è diritto davanti a Dio.”
Pietro ha forse detto: “Basta che confessi il tuo peccato, poiché Gesù ha perdonato tutto, visto che ora tu l’hai accettato come tuo salvatore, tutti i tuoi peccati sono automaticamente perdonati” ? 
No!
Pietro ha detto:
Ravvediti dunque da questa tua malvagità e prega Dio che, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero del tuo cuore.” Non è forse chiaro? “Pentiti e prega che il Signore ti perdoni”. Simone era cristiano, discepolo di Gesù.
E Simone capisce al volo, poiché dice: «Pregate voi il Signore per me, affinché nulla di ciò che avete detto mi accada». Aveva compreso che rischiava grosso. Non è scritto, ma immagino che abbiamo pregato per lui.
Pentiti e prega per essere perdonato”. L’apostolo Pietro ci da un modello da seguire. Se Simone si è pentito e ha pregato, se lo ha fatto con tutto il suo cuore, è stato perdonato, poiché Gesù dice: “Non allontanerò colui che viene verso di Me”. 
Se confessi i tuoi peccati e chiedi perdono, il sangue di Gesù ti lava e ti purifica completamente. È meraviglioso! Alleluia!
È così che possiamo conservare la certezza della salvezza. Se, in quanto cristiani, pecchiamo, ecco il modello che il Signore ci chiede di seguire “Pentiti e prega che il tuo peccato ti sia perdonato”. 
Il sacrificio che Gesù ha compiuto alla croce per te in anticipo, per questo peccato, farà sì che grazie al Suo sangue, tu venga completamente lavato e possa ripartire con il Signore. È così grandioso! Ecco la grazia di Dio. Confessando i nostri peccati e chiedendo perdono, riceviamo un pieno perdono e possiamo ripartire. Fino a settanta volte sette al giorno, come dice Gesù. Alleluia!

Ma cosa succede se pecchiamo in quanto cristiani senza pentirci né chiedere perdono?
Non perdiamo subito la nostra salvezza, ma lasciamo la retta via e cominciamo a percorrere quella sbagliata che scende verso la perdizione. Se non ci ascoltiamo, se non abbandoniamo quel peccato, se non chiediamo perdono, più passa il tempo e più induriremo il nostro cuore, perché abbiamo rifiutato di ascoltare la voce dello Spirito Santo che ci dice: “Pentiti. Cambia, chiedi perdono e ritorna alla via che hai lasciato, per salire verso la vita eterna.”
Quando hai deviato dalla Via, la bontà di Dio ti spinge al pentimento per riprendere la strada giusta. Ma se non confessi il tuo peccato, se non chiedi perdono al Signore e se non ricevi il suo perdono, resti nel cammino sbagliato. Se perseveri in quel cammino, il tuo cuore si indurirà sempre di più e rischierai di cadere nella perdizione eterna. Ma fin che c’è vita c’è speranza, poiché lo Spirito Santo è sempre là per convincerci di peccato, di giustizia e di giudizio, per farci ritornare indietro.

Voglio citarvi qualche versetto che mostra come sia possibile per un cristiano allontanarsi dalla buona via e prendere la sbagliata. In Galati 1, nel versetto 6, è scritto: 
Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo.”
Vi rendete conto? Può forse salvarci un altro vangelo? Solo il Vangelo di Gesù Cristo può salvarci. Parla ai Galati che erano cristiani, dei discepoli!
Quindi è possibile che dei cristiani si sviino dal buon Vangelo per passare ad un altro.

In 1 Timoteo 1, nel versetto 18, Paolo dice al giovane Timoteo: “Ti affido questo incarico, o figlio Timoteo, in accordo con le profezie fatte in precedenza a tuo riguardo, perché tu conduca in virtù di esse un buon combattimento, avendo fede e buona coscienza, poiché alcuni, l’hanno rigettata”. Quando dice “alcuni” intende dei cristiani, non dei pagani, perché i pagani non hanno mai avuto una buona coscienza. Ma qui dice: “Poiché alcuni, avendola rigettata, hanno fatto naufragio nella fede. Tra questi vi sono Imeneo e Alessandro, che io ho dato in mano di Satana, perché imparino a non bestemmiare”.
Si tratta di cristiani che hanno rinnegato la fede al punto di bestemmiare. Vi rendete conto? Certi cristiani possono fare naufragio rispetto alla fede. Non credere che, perché hai confessato Gesù una volta nella tua vita, sia acquisita per sempre e che qualunque cosa tu faccia non potrai perderla. È una dottrina di demoni, che porta alla perdizione. La Parola di Dio dice che: “Se sei discepolo di Gesù è possibile che tu possa fare naufragio riguardo alla fede, se non conservi la fede e una buona coscienza”.

In Matteo 10, nel versetto 33, Gesù dice: “Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, io pure lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”. Quindi è possibile che un cristiano rinneghi Gesù. Se rinneghi Gesù, anche Egli ti rinnegherà.

In 2 Timoteo 2, nel versetto 12, Paolo dice: “Se perseveriamo, regneremo pure con lui; se lo rinneghiamo, egli pure ci rinnegherà. Se siamo infedeli, egli rimane fedele”. Questo non significa che Egli ci salverà nostro malgrado. Se siamo infedeli, Lui rimane fedele alle sue promesse. Significa che se ci pentiamo e andiamo a Lui, Egli sarà sempre fedele e giusto per perdonarci e ristabilirci. Questo versetto mostra anche che se rinneghi Gesù anche Lui ti rinnegherà.

In Ebrei 10, nel versetto 38, è scritto: “Il giusto vivrà per fede; ma se si tira indietro (si tira indietro da cosa? Dalla fede) l'anima mia non lo gradisce. Ma noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione”. Parla di perdizione, carissimi, parla a dei cristiani. Ma a quelli che hanno la fede per salvare le loro anime con la perseveranza e la fede, dice: “noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione”. Se ci siamo tirati indietro, ascoltiamo la voce dello Spirito Santo che vuole riportarci rapidamente a Gesù, così come dice nella lettera di Giacomo: “Fratelli, se uno di voi si svia dalla verità e qualcuno lo converte, sappia costui che chi allontana un peccatore dall'errore della sua via, salverà un'anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.” Qui parla di un fratello, di un cristiano.

Dice anche in Romani 8, versetto 13: “Se vivete secondo la carne voi morrete”. Parla a dei cristiani. “Voi morrete”, Non parla della morte fisica, poiché tutti dobbiamo morire (a meno che Gesù non ritorni prima della nostra morte), ma della morte spirituale. Se, in quanto cristiano, continui a vivere in permanenza nella carne, questo ti porterà alla morte spirituale. È chiaro e tondo! “Ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere della carne, voi vivrete”, grazie allo Spirito e alla fede. 
Questo vuol dire che, benché abbia una piena e totale certezza della mia salvezza, la manifestazione finale di questa salvezza dipenderà dalla mia perseveranza nella fede. Dio mi aiuta a farlo, poiché Egli mi soccorre nelle mie debolezze, ma la decisione finale di tagliare definitivamente i ponti spetta solo a Dio. Solo Lui sa qual è il limite oltre il quale dirà “Basta così. Taglio i ponti.”. Dio può revocare la sua grazia e ritirare la vita eterna. È la Bibbia che lo dice.

Vi mostrerò qualche esempio nel Vecchio testamento, in cui Dio ritira la Sua grazia e il Suo Spirito. 
In 1 Samuele 28, nel versetto 16: “Samuele disse (a Saul): Perché consulti me, se l'Eterno si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico?” Sappiamo che non siamo ancora sotto la Nuova Alleanza, ma le cose sotto la Vecchia Alleanza sono un insegnamento per noi cristiani, come è detto in 1 Corinzi 10: “Queste cose (tutto quello che è accaduto agli Ebrei nel deserto) avvennero come esempi per noi (cristiani)”. Quello che è accaduto a Saul mostra che è possibile che Dio si ritiri, e lo vedremo anche in versetti del Nuovo Testamento. 
Perché Dio si ritirò da Saul? Saul aveva disobbedito. Non aveva perseverato nell’obbedienza.

Nel libro dei Giudici si parla di Sansone, che fu rivestito in modo potente dallo Spirito dell’Eterno. Il suo problema era che amava troppo le donne e questo lo portò alla perdizione. Nel capitolo 16, versetto 20 viene detto che “Perse la sua forza” e alla fine del versetto che “Non sapeva che l’Eterno si era ritirato da lui”. Vi rendete conto? Non lo sapeva! Non si era nemmeno reso conto che l’Eterno si era ritirato da lui. Si era fatto tagliare la chioma, ma in realtà il vero problema è che aveva disobbedito. A causa della disobbedienza l’Eterno si ritirò da lui.

Consideriamo la storia di Esaù. in Ebrei 12, dal versetto 14, è scritto: “Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore, badando bene che nessuno rimanga privo della grazia di Dio (la vera grazia) e che non spunti alcuna radice di amarezza, che vi dia molestia e attraverso la quale molti vengano contaminati”. Parla a dei cristiani. La lettera agli Ebrei è indirizzata a dei cristiani. “E non vi sia alcun fornicatore o profano, come Esaù”. 
Parla di qualcuno del Vecchio Testamento: Esaù, ma si rivolge a dei cristiani dicendo: 
Attenzione! Quello che è accaduto a Esaù, potrebbe accadere anche a voi, visto che ve lo porto come esempio.
Quindi, fate bene attenzione: “…che per una vivanda vendette il suo diritto di primogenitura. Voi infatti sapete che in seguito, quando egli volle ereditare la benedizione, fu respinto, benché la richiedesse con lacrime, perché non trovò luogo a pentimento.”
Carissimi, è molto severo quello che ci viene detto qui. Perché? 
Esaù era un uomo carnale. Per tutta la vita rigettò la grazia di Dio e rifiutò di obbedire al Signore. Dio fu molto paziente con lui. Non fu rigettato al primo errore, o al primo peccato, nemmeno al secondo o al terzo, ma dopo una vita intera di disobbedienza. Era arrivato al punto di non ritorno. Addirittura in Romani 9:12 è detto: “Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù”. Dio ha amato Giacobbe (anche se non aveva solo qualità) e ha odiato Esaù. Questo perché Esaù era un uomo che si beffava di Dio, disprezzava la Parola, disobbediva al Signore e che non volle camminare e restare nell’obbedienza. Se avesse fatto come suo fratello Giacobbe, che malgrado fosse pieno di difetti e problematiche, amava il Signore, voleva la benedizione e voleva progredire, Dio lo avrebbe aiutato e l’avrebbe fatto entrare nella sua salvezza.
Qui viene detto: “Fate attenzione che non ci sia nessuno tra di voi, cristiani, come Esaù. Sapete cosa gli è accaduto. Volendo ricevere la benedizione, gli è stata rifiutata, il suo pentimento non ebbe effetto benché lo sollecitasse con lacrime”. Questo significa che non ebbe il vero pentimento che porta alla salvezza. Fece come Giuda che si è pentì ma poi si suicidò. Se Giuda avesse veramente ricevuto il perdono da Dio non lo avrebbe fatto. Giuda e l’anticristo sono gli unici due che nella Bibbia vengono chiamati “figlio della perdizione”. 
Gesù dice: “Padre, prego che nessuno sia perduto”. E nessuno fu perduto, tranne il figlio della perdizione: Giuda. È vero che si pentì, ma non fu un vero pentimento che porta alla salvezza. Non ricevette il perdono di Dio. Se Giuda avesse avuto veramente il pentimento nel cuore, Dio lo avrebbe perdonato. Ma così non fu. 
Quindi è possibile che Dio ritiri la sua grazia e il suo Spirito, anche nel Nuovo Testamento.
Possiamo quindi ricevere la grazia di Dio invano, come viene detto in 2 Corinzi 5, nel versetto 1. Paolo parla a dei Cristiani a Corinto. “Ora, essendo Suoi collaboratori, vi esortiamo a non ricevere in vano la grazia di Dio”.
Significa che è possibile per un cristiano ricevere la grazia di Dio invano. In che modo? Abbandonando la fede e disobbedendo al Signore. A quel punto la grazia di Dio non agisce più, poiché abbiamo abbandonato la fede.

In Galati 5, nel versetto 4, Paolo aggiunge che addirittura è possibile per un cristiano scadere dalla grazia. “Voi, che cercate di essere giustificati mediante la legge, vi siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia. Noi infatti in Spirito, mediante la fede, aspettiamo la speranza della giustizia”. 
Parla a dei cristiani e dice: “Cristiani, attenzione! Se lasciate la fede, se vi spostate su un altro terreno, come le opere o qualsiasi altra cosa che non sia la fede, cadete dalla grazia e venite separati da Cristo”. E se rimanete in questo stato, cosa accadrà quando morrete? Morirete nei vostri peccati e non vedrete la salvezza di Dio. Possiamo forse scadere dalla grazia, essere separati da Cristo, e ricevere ugualmente la salvezza?  No.
Quando un re cade, significa che era sul suo trono, ma ora non vi è più. È caduto. 
Voi siete scaduti dalla grazia. Scaduto significa caduto. La grazia di Dio agisce solamente se resto nella fede.

In Ebrei 6 nel versetto 4, è scritto: “Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile riportarli un'altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia.

In Ebrei 10, nel versetto 26 (il Signore parla a dei cristiani): “Infatti, se persistiamo nel peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati; ma una terribile attesa del giudizio e un ardore di un fuoco che divorerà i ribelli.” Dice “noi” e non “loro” quelli del mondo, quelli di fuori. Parla a dei cristiani e dice: “Se noi cristiani pecchiamo volontariamente” e se persistiamo nel peccato, se non ci pentiamo, allora non ci resta che una terribile attesa di giudizio. 

Quindi quelli che dicono: “Non preoccuparti, hai accettato Gesù una volta per tutte, ora puoi fare quello che vuoi e sarai sempre sotto la Grazia di Dio”, vengono completamente smentiti da quanto abbiamo appena letto nella Parola!


Leggiamo il seguito, Ebrei 10 versetto 28: “Chiunque trasgredisce la legge di Mosè muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni. Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia?”. 
Parla proprio a dei cristiani, a coloro che sono stati santificati dal sangue del patto. Santificato non è poco; vuol dire giustificato, lavato, perdonato da tutti i peccati. “E ha oltraggiato lo Spirito della grazia”; non si tratta semplicemente di ricevere la grazia di Dio in vano o di scadere dalla grazia, ma di qualcuno che ha oltraggiato lo Spirito della grazia calpestando il sangue del patto del Figlio di Dio. “È cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente (v31)”.

Ho contato in tutta la Bibbia circa duecentocinquanta versetti che iniziano con “Se pure”, “Ammesso che”, “Purché”, “Se fate così”, “Se facciamo così”.
Duecentocinquanta volte in cui la Bibbia dice: “Se voi fate così, io, Dio, farò…” e specialmente riguardo alla salvezza. Non li leggerò tutti, ma ne ho scelti alcuni nel Nuovo testamento per mostrarvi che non si limitano alla Vecchia Alleanza, ma ho scelto le condizioni della Nuova Alleanza e che riguardano unicamente la salvezza. 
Vorrei fosse ben chiaro: 
1- che possiamo avere la certezza di una piena salvezza e 
2- che cosa può accaderci se abbandoniamo questa certezza, 
per poter camminare in un vero timore di Dio; non nella paura, ma nel timore del Signore.

In 1 Corinzi 9, nel versetto 27, Paolo dice: “Disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso squalificato”. Il grande apostolo Paolo parla di essere squalificato da Dio, come Dio ha rigettato Saul, come Dio ha rigettato Esaù. 
Paolo dice: “Tratto duramente il mio corpo”, perché sa che il corpo rischia di farlo peccare, i suoi occhi, il suo sguardo, la sua carne. “Tratto duramente il mio corpo e lo tengo sottomesso alla legge dello Spirito, per timore di essere rigettato da Dio”.

In 1 Corinzi 15, nei versetti 1 e 2, dice questo: “Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l'ho annunciato; a meno che non abbiate creduto invano..” In questo passaggio Paolo dice chiaramente: “Voi siete stati salvati dal Vangelo che vi ho annunciato, ma attenzione! A condizione che lo riteniate fermamente fino alla fine così come ve l’ho annunciato”. Se quindi passi ad un altro Vangelo ricevi la perdizione.

In 2 Corinzi 5, nel versetto 2 e 3, Paolo parla a dei cristiani: “Perciò in questa tenda (il corpo) gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della nostra abitazione celeste, se pure (ancora un “se pure”) saremo trovati vestiti e non nudi.” Vestiti della giustizia dei santi. Nudi, significa che non c’è più alcuna giustizia su di noi per coprirci, poiché la veste bianca è la giustizia dei santi. “Se pure saremo trovati da Dio vestiti della sua giustizia e non nudi”.

In Colossesi 1, versetti 21 a 23: “E voi stessi (i cristiani di Colosse), che un tempo eravate estranei e nemici nella mente con le vostre opere malvagie, ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, mediante la morte, per farvi comparire davanti a sé santi, irreprensibili e senza colpa, se pure perseverate nella fede, essendo fondati e fermi, senza essere smossi dalla speranza del Vangelo che voi avete udito”. Questo significa che se non perseveri non entrerai nella salvezza. Non si può togliere il “se pure” dalla Parola di Dio. “Se pure” significa: “Se rispetti questa condizione, se resti irremovibile nella fede”. La fede è un altro dono di Dio che riceviamo per la Sua grazia, ma dobbiamo restare nella fede.

In Ebrei 3: versetto 6: “Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa (fedele; Cristo è fedele come Figlio di Dio sopra la sua casa); e la sua casa (di Cristo) siamo noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza (la fede) e la speranza di cui ci vantiamo. Perciò, come dice lo Spirito Santo: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione”. Significa non lasciarti andare alla disobbedienza perché indurirà il tuo cuore e non perseverare nella ribellione, perché è la condizione che ti porterà alla perdizione. È una cosa grave e seria.

In Ebrei 3 nel versetto 14, è detto: “Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo” Amen. Alleluia! Sono divenuto partecipe di Cristo, a condizione che, “a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio”. Parla ancora della certezza della fede. 
Come vedete, tutto questo non avviene grazie alle nostre opere, ma per fede. Siamo salvati per fede, restiamo saldi per fede, teniamo duro per fede e perseveriamo per fede. Amen! Fino alla fine! A condizione che resistiamo fino alla fine, fino al ritorno benedetto del Signore o fino alla morte, in ogni caso fino alla fine riteniamo la fede. Può capitare come a Pietro, di affondare perché guardo la tempesta intorno a me e distolgo lo sguardo da Gesù. Pietro è affondato ma cosa ha fatto? Ha subito gridato: “Gesù salvami!” E Gesù lo ha preso per mano e lo ha rialzato. Lo ha fatto perché Pietro aveva gridato “Gesù salvami” e aveva rimesso gli occhi su Gesù.

Ritenere la fede fino alla fine non significa che non commetteremo mai più dei peccati, ma che se pecchiamo, dobbiamo immediatamente pentirci, chiedere perdono, rimetterci in comunione con Gesù, riprendere la mano di Gesù e continuare ad avanzare con Lui fino alla fine. Ecco quando agisce la grazia di Dio. Se pecchiamo per debolezza, dobbiamo immediatamente confessare il nostro peccato, chiedere perdono, ricevere il perdono, rialzarci e ripartire mano nella mano con Gesù. Finché non avremo, già su questa terra, una piena vittoria sul peccato, per fede, così entreremo pienamente nella salvezza.

Quindi, riassumendo e concludendo, dobbiamo fare due cose:


1. Abbiamo ricevuto la salvezza fin dall’inizio, e dobbiamo vegliare sulle nostre vie per essere fedeli fino in fondo
Questo primo punto è il più importante. Dobbiamo vegliare sulle nostre vie per essere fedeli. Possiamo contare sulla grazia di Dio per essere soccorsi nelle nostre debolezze. È per questo che un trono della grazia è stato posto nei cieli. Dio vuole che perseveriamo nella fede fino in fondo ed Egli ha previsto diversi aiuti per noi. Per questo è così grave quando i cristiani peccano e rifiutano di pentirsi veramente, è così grave che, senza rendersi conto, vanno alla perdizione. Poiché Egli ha previsto un trono della grazia affinché sia soccorso nelle mie debolezze, per smettere di peccare.

In Ebrei 4, nel versetto 16, è detto: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” nelle nostre debolezze. 
“Signore fammi la grazia. Vedi che sono debole. Vedi che ho ancora delle cattive tendenze, che non ho ancora capito tutto. Signore, vedi che ho ancora alti e bassi, delle cadute. Mi avvicino al trono della grazia per essere soccorso, per essere fortificato, perché Tu sei venuto in un corpo di carne e hai capito cosa significa vivere su questa terra”. Un trono di grazia è a nostra disposizione nei cieli. 
Ma facciamo attenzione, vegliamo sulle nostre vie! 

Per perseverare fino alla fine dobbiamo fare attenzione ad un certo numero di cose:

In Marco 4, versetto 24, Gesù dice: “Fate attenzione a ciò che udite”. La fede viene da quello che ascoltiamo. Anche l’incredulità viene da ciò che ascoltiamo. Ecco perché il giudizio sui predicatori che annunciano false dottrine sarà così severo: perché danno la fede o l’incredulità a seconda di quello che dicono. Se annunciano la Parola di Dio, daranno la fede; se trasmettono incredulità, inducono la perdizione. Quindi Gesù dice: “Fate attenzione a ciò che udite. Pregate e verificate nella Parola, fate attenzione, perché viviamo in tempi di seduzione. 

In seguito ci dice in Marco 13, nel versetto 5: “Guardate che nessuno vi seduca”. Viviamo in tempi di terribili seduzioni. Satana diffonde ogni sorta di false dottrine per sedurci e attirarci nell’errore. Gesù dice: “Fate attenzione”. 
Sei responsabile di ritenere la salvezza che Dio ti ha dato, facendo attenzione a non essere sedotto. Se ritieni la Parola, non sarai sedotto. Questo perché Gesù dice nel libro dell’Apocalisse 3: “Se custodisci la mia Parola, anche io ti custodirò dalla seduzione”. Amen!

In Marco 13, versetto 9, dice: “Badate a voi stessi”. A noi stessi! Il nostro nemico numero 1 siamo “noi stessi”. Ecco perché è necessario comprendere appieno che il nostro “Io” è stato crocifisso e che dobbiamo fare attenzione a tutto ciò che viene da dentro di noi: i nostri pensieri, i nostri sentimenti, ecc…

In 1 Corinzi 8, nel versetto 9, Paolo dice: “Badate però che questo vostro diritto non divenga un inciampo per i deboli”. Dunque: fate attenzione a non causare con la vostra libertà la perdita dei cristiani che hanno una fede più debole della vostra. La perdita! Puoi causare la perdita di un fratello con la tua libertà se lo fai peccare. Tu che sei libero di mangiare le carni sacrificate agli idoli, se lo fai liberamente, quando hai di fronte un cristiano che è debole, lo spingerai a mangiarne quando non è nella fede. Così la sua coscienza sarà sporcata e provocherai la perdita di un fratello con la tua libertà. Quindi: “Bada a come cammini e fai attenzione, guarda intorno a te i cristiani che sono deboli, facendo attenzione a non essere d’inciampo con la tua libertà”.

In Ebrei 3, versetto 12, dice: “Fate attenzione a non avere un cuore malvagio e incredulo”.
Parla a dei cristiani; dei cuori malvagi e increduli come gli Ebrei nel deserto, che hanno tentato Dio con la loro disobbedienza e che sono morti nel deserto.

Ecco il primo punto. Vegliamo sulle nostre vie per restare fedeli fino in fondo.


2. Devo conservare una piena certezza della mia salvezza con la fede. 
Una piena salvezza è possibile. Carissimi, non ho alcun timore di perdere la mia salvezza. Ho timore di Dio e il timore di allontanarmi dal buon cammino, poiché se lo faccio rischio grosso. Ma non ho paura di perdere la mia salvezza, perché mi confido in Dio, voglio obbedirGli, voglio che cambi la mia vita, i miei sentimenti, i miei pensieri, voglio che mi renda forte e irremovibile fino in fondo. Egli conosce i desideri del mio cuore e quindi non ho paura di perdere la mia salvezza. 
Non si perde la salvezza come si perde il portafoglio! Ma la si perde se si decide di rimanere sul cammino sbagliato.

In 2 Pietro 1, versetto 11, Pietro dice: “In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.”. Così come? Lo dice all’inizio: “mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù…” e aggiunge un certo numero di qualità.
Quindi metterci ogni impegno, non si tratta di buone opere. Significa che devo impegnarmi in tutti i modi per perseverare e dire: “Signore, sai che la mia volontà è al tuo servizio e stringerò i denti per avanzare, contro venti e maree, mantenendo gli occhi fissi su di te, nella buona direzione”.
Paolo dice: “Correte nella via che vi è offerta”. Un corridore ci mette impegno per raggiungere lo scopo. È così che il pieno accesso nel regno eterno ti sarà dato.

In 1 Tessalonicesi 5, versetto 23: “Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Fedele è colui che vi chiama, ed egli farà anche questo.”. È Lui che lo farà, purché  resto aggrappato a Cristo e se resto nella fede. Vedete, la cosa formidabile è che, se resto aggrappato al Signore e alla sua Parola, se continuo a sondarla per metterla in pratica, allora il Signore, che è Onnipotente, mi preserverà. Egli m trasformerà dall’interno ed è Lui che manifesterà nella mia vita tutte le promesse, se io sono rimasto nella fede. È Dio che lo farà. È Dio che mi terrà in piedi, che mi preserverà dalla seduzione. È Dio che sistemerà ogni cosa nella mia vita, per farmi entrare pienamente nella salvezza eterna. È Lui che lo farà, se io resto nella fede che Egli mi da. 
Amen. Alleluia!

“Signore la mia preghiera è che queste parole restino incise nei nostri cuori, perché è la tua Parola.
Voglio lodarti per la piena salvezza che ci hai dato in Cristo. Una meravigliosa salvezza eterna, una salvezza gloriosa che hai acquistato per noi a grande prezzo con il sangue di Gesù.
Signore, ho piena fiducia in te e nel fatto che mi preserverai fino a quel giorno glorioso in cui Tu verrai a prendermi. Signore, ho fiducia in te che mi manterrai in piedi, che tu faccia penetrare la tua Parola in me affinché produca molto frutto per la tua gloria, una piena vittoria su tutta la potenza del peccato, una vita di santità alla gloria del tuo nome. Sei tu che lo farai per tutti i miei cari fratelli e sorelle, per i tuoi figli che vogliono veramente camminare con Te. Signore ti rendo grazie con tutto il mio cuore, nel nome di Gesù. Amen. Alleluia!”


Link originale: http://www.sourcedevie.com

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