venerdì 17 aprile 2020

CONSIGLI PRATICI PER RIMANERE PRONTI ALLA PARTENZA

Messaggio di Henri Viaud-Murat

Alcuni cristiani sono a volte preoccupati o addirittura angosciati all’idea di non essere pronti per il Rapimento della Chiesa del Signore.Ecco qualche consiglio pratico per rassicurarvi e per rimanere sempre pronti a partire.


La prima cosa da non dimenticare mai, è che tutto quello che riceviamo dal Signore, tutte le Sue benedizioni, tutte le Sue promesse, è unicamente l’effetto della Sua grazia.

Noi non siamo degni di nulla e non meritiamo nulla!
Sono i meriti del Signore Gesù Cristo che ci rendono degni di ricevere tutte le grazie di Dio.

La salvezza è una grazia! La liberazione dall’oppressione di Satana è una grazia! La guarigione delle nostre malattie è una grazia! Il potere di vincere la carne e di camminare con lo spirito sono una grazia! Tutto, assolutamente tutto, è una grazia in Gesù Cristo.

E noi tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza grazia sopra grazia. Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.(Giovanni 1:16-17)

Perché il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che è stato fra voi predicato da noi, cioè da me, da Silvano e da Timoteo, non è stato «sì» e «no», ma è stato «sì» in lui. Poiché tutte le promesse di Dio hanno in lui il «sì» e l'«Amen», alla gloria di Dio per mezzo di noi.(2 Corinzi 1:19-20)

Il Rapimento della Sposa per incontrare il Signore Gesù Cristo nell’aria è una promessa chiara del Signore:

Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati. Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati, perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore.” (1 Tessalonicesi 4:14-17)

Si tratta di una parola del Signore riguardo ad una promessa futura. E questa promessa richiama, ricorda, quello che il Signore Gesù aveva detto ai Suoi discepoli:

Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi.” (Giovanni 14:1-3)

Come tutte le promesse di Dio, anche quella di essere rapiti è una grazia del Signore.


Però solo la grazia non basta! Dobbiamo anche avere la fede, per afferrare la grazia che il Signore ci mette a disposizione.

La grazia è un dono di Dio. È Dio che scende verso di noi in Gesù Cristo con le Sue benedizioni. Anche la fede è un dono di Dio, con la quale possiamo prendere tutto quello che Dio ci offre per Sua grazia.

La grazia senza fede viene persa, e la fede senza la grazia non ha nulla da prendere!

Perciò l'eredità è per fede, affinché sia per grazia” (Romani 4:16)

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.” (Romani 5:1-2)

Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio,” (Efesini 2:8)

Come vedete, è la fede che ci permette di avere accesso alla grazia di Dio!

Inoltre, la vera grazia di Dio non consiste nel continuare a peccare senza sosta, basandoci sul fatto che tanto Dio ci perdonerà sempre, visto che ci troviamo sotto la grazia.

È vero che Dio ci perdonerà sempre se confessiamo i nostri peccati. Ma la grazia di Dio vuole farci progredire e maturare! 
La grazia di Dio ci rende capaci di vivere in modo santo e di portare un frutto dello Spirito abbondante.

Nell’Epistola a Tito, Paolo scrive questo magnifico passaggio:

Infatti la grazia salvifica di Dio è apparsa a tutti gli uomini, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, perché viviamo nella presente età saggiamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo, il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle buone opere.” (Tito 2:11-14)

La beata speranza di cui parla Paolo è la speranza di essere rapiti (presto) per incontrare il Signore.

Aspettando che questa speranza si compia certamente, il Signore ci esorta a lasciarci istruire dalla Sua grazia.
Ma istruire su cosa?

La grazia del Signore ci insegna innanzitutto a rinunciare all’empietà e ai desideri del mondo. 
Poi ci insegna a vivere nel mondo presente con saggezza, giustizia e santità.

In altre parole, la grazia di Dio ci insegna a non camminare più secondo la carne e le sue voglie, ma a camminare secondo lo spirito.

Prima della nostra conversione, e anche per un certo tempo dopo (spesso molto tempo se non abbiamo ricevuto gli insegnamenti corretti), siamo stati condizionati a camminare secondo i desideri di questo mondo e della carne di peccato.
Eravamo così tanto abituati a farlo, prima della nostra conversione a Cristo, che troviamo naturale di continuare a farlo anche dopo la nostra conversione. Questo perché non avevamo conosciuto altro che un esistenza dominata dalla carne.

Sono molto pochi i cristiani che realizzano - dopo essersi pentiti dei loro peccati e aver accolto Gesù Cristo con fede -  che il Signore non ha solo perdonato e cancellato i loro peccati, ma che ha fatto passare il loro spirito attraverso una vera resurrezione, al momento della nuova nascita.

Con questa rigenerazione, il loro spirito, che prima era immerso nella morte spirituale, separato da Dio, ora diventa uno spirito interamente nuovo, creato a immagine di Gesù Cristo, uno spirito puro, santo e giusto che ha gli stessi attributi di carattere del Signore Gesù.

Questo spirito, Paolo lo chiama “l’uomo nuovo” risorto con Cristo, in opposizione al “vecchio uomo” che è ormai morto e sepolto con Cristo. Si tratta di un vero “uomo” (o donna) completo, fatto di una sostanza spirituale, che ha una apparenza umana: una testa, un busto, due braccia e due gambe; e anche i pensieri e i sentimenti di Cristo.

È con questo “uomo nuovo” che siamo chiamati a rivestirci.

Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo. Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.” (Efesini 4:20-24)

Anche qui, Paolo parla di un insegnamento e un’istruzione da ricevere.

Però, non viviamo la nostra vita quotidiana a livello del nostro spirito, ma a livello del nostro essere cosciente, cioè l’anima. Questa non passa da una nuova nascita quando accettiamo Cristo come nostro Salvatore e Signore. Resta la stessa di prima. Ed è per questo che deve essere interamente purificata e rinnovata dalla Parola di Dio, per poter diventare uno strumento efficace dello spirito.

Ecco perché non abbiamo l’impressione di essere diventati una nuova creatura quando ci siamo convertiti a Cristo. Conserviamo il nostro carattere di prima, con le nostre qualità e difetti. 
Poiché non abbiamo una chiara coscienza di quello che si è prodotto nel nostro spirito, ci perdiamo troppo spesso in sforzi immani per perfezionarci; e non ci riusciamo, perché non sappiamo come farlo nel modo giusto.

Per dominare gli impulsi della carne, lottiamo con strumenti carnali, senza riuscire ad eliminarli completamente.
Molti cristiani diventano allora frustrati nel vedere che le cose non avanzano in fretta, e si lasciano colpevolizzare da Satana, che non perde occasione di ricordarti che sei un cattivo cristiano, fino a voler farti dubitare della tua salvezza.

Ritornando alla lettera di Paolo a Tito, l’apostolo dice che “la grazia di Dio ci insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, e a vivere in questo secolo presente secondo la saggezza, la giustizia e la santità”.

Per raggiungere questi obiettivi, dobbiamo comprendere bene una verità fondamentale.

Non riusciremo mai ad imparare a rinunciare all’empietà e ai desideri del mondo, se PRIMA non abbiamo compreso cosa significa “vivere in questo secolo presente secondo la saggezza, la giustizia e la santità”.

Per vivere con saggezza, giustizia e santità, dobbiamo sapere e credere che Dio ci ha già dato questa saggezza, questa giustizia e questa santità, nel nostro spirito rigenerato, che è la nostra vera natura in Cristo!

Dobbiamo dimenticare chi eravamo e chi siamo ancora nella nostra vita pratica, per concentrarci su quello che siamo in Cristo nel nostro spirito, sulla nostra nuova natura nata di nuovo.

Dobbiamo guardarci come ci vede Dio, in spirito, con degli occhi spirituali!

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.” (2 Corinzi 5:17)

Questo esiste solo a livello del nostro spirito!
Non riguarda la nostra anima, cioè il nostro essere cosciente!
Per questo dobbiamo accettare per fede questa grazia: che Dio ha fatto di noi una creatura completamente nuova in Cristo!
Questa nuova natura è “giustizia stessa di Dio in Cristo” (2 Corinzi 5:21).

Questa nuova creatura che siamo in spirito, è un regalo della grazia di Dio!
E dobbiamo imparare a prendere questo regalo per fede!
Come?
Semplicemente CREDENDO che siamo davvero la nuova persona in Cristo che Dio dice!

Non aspettiamo di vedere manifestare questa nuova persona per credere che lo siamo davvero!
Non funziona così. Dobbiamo credere di essere questa persona, perché Dio lo dice, prima di vederla, allora si manifesterà davvero!

Dobbiamo identificarci per fede in questa nuova creatura, che non ha NULLA a che vedere con il nostro vecchio io di prima della nuova nascita. Allora si che potremo rinunciare all’empietà e ai desideri di questo mondo!

Nel nostro spirito rigenerato possediamo già tutti i frutti dello Spirito, proprio come li definisce Paolo:

“Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, bontà, benevolenza, fedeltà (o fede), dolcezza, autocontrollo” (Galati 5:22-23).

Questa è la descrizione del carattere di Cristo, ma anche del NOSTRO nuovo carattere nel nostro spirito rigenerato.
Che grazia di Dio!

Non dimenticate però che questa grazia sarà persa, inutile, se non la prendiamo per fede!

Invece, il carattere che avevamo quando eravamo peccatori, e che potrebbe ancora essere il nostro se siamo dei cristiani che camminano secondo la carne, lo ritroviamo tutto o anche solo in parte, in queste caratteristiche:

“Ora, le opere della carne sono manifeste, e sono adulterio, fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, magia, inimicizie, discordia, gelosia, amarezze, dispute, divisioni, sette, invidie, omicidi, ubriachezza, gozzoviglie e cose simili” (Galati 5:19-21)

Non riconosciamo forse alcuni aspetti del nostro carattere, anche se siamo nati di nuovo?

Perché questi aspetti della carne continuano a manifestarsi nella nostra vita pratica?
UNICAMENTE perché ignoriamo chi siamo nella nostra nuova natura in Cristo, o perché ci non crediamo!

Per ricevere tutto l’insegnamento della grazia di Dio dobbiamo imparare a fare due cose:

1- Conservare nella nostra coscienza e nella nostra mente tutti i giorni, la chiara comprensione di CHI siamo in spirito, della nostra nuova natura. Dobbiamo meditare CONTINUAMENTE questa verità, fino ad esserne talmente imbibiti da SAPERE che siamo una nuova creatura in Cristo e non lo dimenticheremo più!

2- Essere coscienti in permanenza di quando la carne cerca di manifestarsi, nei nostri pensieri, nelle nostre parole, nei nostri gesti, prima che si manifesti. E sapere che Dio ci ha resi capaci di impedirle di manifestarsi.


Non dimentichiamo che la carne è una potenza di peccato e di morte che dimora nel nostro corpo fisico. Questa ha pensieri, emozioni e volontà interamente al servizio di Satana.

Nel nostro passato di peccatori, il nemico è riuscito così bene a modellare il nostro carattere per renderlo conforme in ogni cosa alla carne, che ora facciamo molta fatica a credere che sia possibile cambiare completamente, al punto di assomigliare in ogni cosa a Gesù!

Ed è inutile provare con le nostre proprie forze o le nostre buone intenzioni, a migliorare o a perfezionare il nostro carattere carnale! Non ci riusciremo mai così!

Basta CREDERE che Dio, nella Sua grazia, ci ha già dato nel nostro spirito rigenerato, un nuovo carattere perfetto, già simile in ogni aspetto al carattere del nostro Signore Gesù!

Se lo crediamo e ci installiamo per fede nella nostra “nuova identità”, la nostra nuova natura spirituale, questo nuovo carattere non tarderà a manifestarsi nella vita pratica! 
E allora non faremo più così tanta fatica ad impedire alla carne di manifestarsi, perché cammineremo nella luce, conosceremo la verità, e questa verità ci renderà liberi dalla schiavitù della carne!

Facciamo un piccolo esempio.
Prendiamo il caso di un cristiano che ha un carattere collerico. Sbotta facilmente quando è irritato, si arrabbia facilmente quando qualcuno fa una cosa che considera inammissibile. E dopo l’arrabbiatura tiene il broncio e porta rancore per un certo tempo verso la persona che si è comportata male con lui. Rimugina dentro di se sentimenti e pensieri di amarezza e critica. Poi però finisce per pentirsi, e le cose ritornano normali. Fino alla prossima occasione che lo farà nuovamente arrabbiare.

Non è forse una cosa che può capitare spesso nella nostra vita di tutti i giorni? Specialmente nelle relazioni più strette?

Forse questo cristiano pensa che sia il suo carattere! Crede di non poterci fare nulla; è sempre stato così; e spera sinceramente e semplicemente che con il tempo il Signore lo cambierà.

Magari ci prova da solo a cambiare; riesce anche a controllarsi per un po’, pensando di aver fatto dei progressi, ma poi arriva l’occasione in cui la collera salta di nuovo fuori al galoppo!

E poi forse, scoraggiato nel vedere che non riesce a risolvere il problema, rischia di credere di non essere degno di partecipare al Rapimento e che rimarrà indietro!

Oppure sarà tentato di trattare il problema con leggerezza, credendo che essendo sotto la grazia, può permettersi di dare sfogo ogni tanto a quella parte del suo carattere, tanto il Signore sarà sempre pronto a perdonarlo!

Certamente che il Signore ci perdona sempre quando gli confessiamo i nostri peccati, fino a settanta volte sette al giorno!

Ma cosa accadrebbe se questo cristiano tarda a pentirsi, se si corica con la collera e con sentimenti di amarezza, dicendo tra sé: “Se l’è cercata, sta volta ha oltrepassato i limiti! È da una vita che glielo dico e non ha ancora capito! Voglio che si renda conto che sta volta mi ha fatto davvero arrabbiare! Avrò tempo domani per pentirmi e per perdonarlo! Ora non se lo merita!”

E se quella notte suonasse la tromba?
Chi potrebbe assicurargli di essere preso? A meno che non si penta in tempo, avrebbe la certezza di partire in quelle condizioni?

Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sul vostro cruccio; e non date luogo al diavolo.” (Efesini 4:26-27)

Beninteso, siamo chiamati a pentirci quando abbiamo peccato e quando abbiamo lasciato la carne manifestarsi. E dobbiamo farlo il prima possibile, senza tardare, per evitare di prendere dei rischi spirituali inutili.

Esiste però una via migliore di questa, più eccellente! Quella di lasciarci istruire dalla grazia di Dio a rinunciare all’empietà e alle opere della carne!

Prendendo l’esempio di prima, significa realizzare e credere che la nuova persona che siamo in Cristo, nel nostro spirito rigenerato, NON È UNA PERSONA COLLERICA.

Nella nostra nuova natura, siamo già stati liberati dalla collera, così come da tutti gli aspetti della carne!

Siamo già, nel nostro spirito, un essere meraviglioso creato da Dio a Sua somiglianza, riempiti del Suo amore, della Sua pace, della Sua gioia, e di tutti gli altri aspetti del frutto dello spirito!

Alcuni di voi potrebbero pensare: “Ma non è possibile! Mi conosco, so bene di non essere così”.

Certo, non sei così nel carattere che hai ereditato dal tuo passato di peccatore! 
Invece lo sei nel nuovo carattere ereditato da Dio!

E per manifestarlo basta crederlo!

Per concludere, ecco alcuni suggerimenti pratici:

- Meditate le Epistole di Paolo. È lui che ha ricevuto la rilevazione della croce (cioè delle crocifissione della carne e del camminare nello spirito) e di chi siamo in Cristo.

- Pregate il Signore con fede, per ricevere la rivelazione chiara di quel che siete in Cristo nella vostra nuova natura. E credeteci.

- Pregate il Signore che vi renda coscienti del momento in cui la carne cerca di manifestarsi prima che lo faccia. E credete che Dio vi ha resi capaci di non farla manifestare.

- Pregate che il Signore vi insegni come poter manifestare la vostra nuova natura, per fede, e produrre sempre di più il buon frutto dello spirito.

- Tenete costantemente gli occhi fissi su Gesù e sulla Sua Parola. Mettete in pratica quello che la Parola di Dio vi chiede di fare.

Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo, che è fedele a colui che lo ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa.” (Ebrei 3:1-2)

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.” (Ebrei 12:1-2)

Non abbiate gli occhi fissi sulle vostre mancanze e sulle vostre cadute. Riconoscetele, pentendovi senza tardare, e poi subito volgete lo sguardo sul Signore e su quello che Egli ha compiuto per voi, per tutti noi che crediamo in Lui!

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, dello Spirito.” (2 Corinzi 3:18)

Veniamo trasformati dall’immagine che contempliamo! 
Se manteniamo gli occhi fissi sul peccatore che eravamo, o sulle opere della carne che possiamo ancora manifestare, non andremo mai avanti!

Ma se contempliamo il Signore, quello che Egli ha compiuto per noi e quello che siamo in Lui - una nuova creatura a Sua immagine - allora diventeremo concretamente quello che siamo già in spirito
E conserveremo anche una piena certezza di partire quando il Signore verrà a prenderci!

A Lui solo sia tutta la Gloria!
Amen.




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