lunedì 31 gennaio 2022

STUDIO 3: LA DOTTRINA DEI BATTESIMI - Seconda parte.

 

di Henri Viaud-Murat (Per il Perfezionamento dei santi)



Ci mancano gli ultimi tre battesimi tra quelli menzionati nel Nuovo Testamento:

4. Il battesimo nella morte e nella resurrezione di Gesù Cristo;

5. Il battesimo in un solo Spirito per formare un solo Corpo;

6. Il battesimo nelle sofferenze di Gesù.


4- Il battesimo nella morte e nella resurrezione di Gesù Cristo.

Si tratta dell’Unico vero battesimo cristiano, cioè il “battesimo”, “l’immersione”, del nostro spirito nella morte e nella resurrezione di Gesù Cristo, per beneficiare di tutto quel che Cristo ha compiuto sulla croce per noi. È il Signore stesso che fa questo “battesimo” a chiunque si penta e accetti Gesù Cristo come proprio Salvatore e Signore; lo chiama la “nuova nascita”, ed è il nostro spirito che viene battezzato.

Molti cristiani, però, non sanno né di avere uno spirito, né cosa accade al momento della nuova nascita. Ignorano completamente cosa significhi il battesimo nella morte e nella resurrezione di Gesù.


Tutti gli altri battesimi sono la rappresentazione di questo Unico vero battesimo, o la garanzia che questo produrrà i suoi frutti, sia a livello della nostra vita individuale che nel Corpo di Cristo.

Infatti: 

- il battesimo in acqua è una rappresentazione (un’immagine) della nostra morte e resurrezione in Cristo. 

- Il battesimo di Spirito, oltre ad essere un rivestimento di potenza per testimoniare, serve per la nostra edificazione e santificazione, (con l’espressione dei doni spirituali, soprattuto il parlare in lingue), e quindi ci permette di manifestare progressivamente nella nostra vita pratica, questa morte e resurrezione in Cristo. 

- Il battesimo in un solo Spirito per formare un solo Corpo, ci da la certezza che lo Spirito Santo opera per manifestare la morte e la resurrezione di Cristo nella Chiesa, cioè nel Suo Corpo. 

- E il battesimo nelle sofferenze di Gesù è la prova che la Sua morte e la Sua resurrezione sono diventate per noi una realtà concreta.


Se non passiamo da questo battesimo (nella morte e nella resurrezione di Cristo), il nostro spirito non può nascere di nuovo!

Non potemmo nemmeno chiamarci cristiani! Poiché il vero cristiano è colui che ha vissuto una nuova nascita spirituale.

Quindi è inutile parlare degli altri battesimi se non si è prima nati di nuovo; cioè se il nostro spirito non è stato battezzato, “immerso”, nella morte e nella resurrezione di Gesù Cristo.


Oggi purtroppo molte chiese cristiane accolgono membri che sono cristiani solo di nome o di tradizione, ma che non sono nati di nuovo.

Gesù invece ha ben detto chiaramente a Nicodemo che senza passare da una nuova nascita, nessuno può vedere né entrare nel Regno di Dio (Giovanni 3:3-5).

Vedete che grande importanza ha questo battesimo?!


Ricordiamoci che Cristo sulla croce non ha solo portato nel Suo corpo i nostri peccati, le nostre iniquità, le nostre malattie ed infermità e tutte le nostre maledizioni, ma anche la nostra vecchia natura di peccato, cioè il nostro spirito prima della nuova nascita.

Questo nostro spirito, che viene immerso nella morte spirituale, Paolo lo chiama “il vecchio uomo” (o la “vecchia donna”).

Si tratta di una rivelazione estremamente importante e profonda, che dobbiamo comprendere bene se vogliamo imparare a camminare secondo lo spirito.


Ecco cosa scrive Paolo su questo argomento:

Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato, affinché abbondi la grazia? Niente affatto! Noi che siamo morti al peccato, come vivremo ancora in esso? Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita. Poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione, sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato. Infatti colui che è morto è libero dal peccato. Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui. Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore.” (Romani 6:1-11)


Quanti cristiani ignorano questa verità fondamentale!

Sulla croce Cristo ci ha presi in Sè, per portarci con Lui nella Sua morte e nella Sua resurrezione!

In Cristo siamo completamente morti alla nostra vecchia vita di peccato e viventi della Sua Vita di risurrezione, una Vita sulla quale la morte non ha più alcun potere!

Il battesimo in acqua per immersione è quindi l’immagine, la rappresentazione, del nostro battesimo nella morte e nella resurrezione di Gesù.

Allora possiamo comprendere meglio il versetto della prima lettera di Pietro che abbiamo già menzionato:

perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale egli andò anche a predicare agli spiriti che erano in carcere (gli esseri umani perduti che erano stati distrutti dal diluvio), che un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate attraverso l'acqua, la quale è figura del battesimo (non la rimozione di sporcizia della carne, ma la richiesta di buona coscienza presso Dio), che ora salva anche noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo” (1 Pietro 3:18-21)


Noè e la sua famiglia sono stati salvati attraverso l’acqua del diluvio. Quest’acqua del diluvio è un’immagine del nostro battesimo in acqua, che rappresenta la salvezza GRAZIE ALLA RESURREZIONE DI GESÙ. E non c’è resurrezione senza prima la morte.


Riflettiamo bene a questo:

Così come non è stata l’acqua del diluvio che ha salvato Noè e la sua famiglia, allo stesso modo non è l’acqua del battesimo che ci salva. 

E così come Noè e la sua famiglia si sono rifugiati nell’arca (simbolo di Cristo) per essere salvati, allo stesso modo è il fatto di esserci rifugiati in Cristo che ci ha salvati.

Questo ci dimostra che il solo battesimo che salva, in realtà, è proprio quello nella morte e nella resurrezione di Gesù.


Un battesimo in acqua fatto a qualcuno che non è passato dalla morte e dalla resurrezione in Cristo (cioè che non è nato di nuovo), non ha alcuna utilità né alcun valore! Come ad esempio il battesimo dei bambini piccoli e degli infanti!

È solo il nostro spirito che passa dal battesimo nella morte e nella resurrezione di Gesù Cristo. La nostra anima ed il nostro corpo non sono ancora passati da questa morte e resurrezione.

Ma il fatto che lo sia il nostro spirito, in Cristo, ci da la garanzia che questa nuova Vita si può manifestare anche nella nostra anima e nel nostro corpo già quaggiù, se SAPPIAMO qual è la nostra vera natura!


Esaminiamo bene cosa dice Paolo in Romani 6:

“…SAPENDO questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato”.


Per non essere più schiavi del peccato a livello della nostra anima e del nostro corpo, dobbiamo SAPERE che il nostro vecchio uomo (il nostro spirito morto spiritualmente), è stato crocifisso con Cristo e che è diventato un uomo nuovo.


Quando Paolo aggiunge “perché il corpo del peccato possa essere annullato”, dobbiamo comprendere bene il linguaggio particolare che l’apostolo utilizza.

Paolo insegna, quindi sa bene, che nel nostro corpo mortale, anche dopo la nostra conversione, dimora una potenza di peccato e di morte che chiama “la carne”.

Per questo chiama il nostro corpo mortale “un corpo di peccato”, perché il peccato (la carne) abita in questo corpo. Lo dimostra il fatto che questo corpo è un corpo mortale.

Tuttavia ci viene chiesto di SAPERE che il nostro spirito è stato immerso nella morte spirituale, messo a morte con Cristo e in Cristo, e che in seguito, con la resurrezione di Cristo, è diventato una nuova creatura, un “uomo nuovo”, “creato secondo Dio (ad immagine di Dio, cioè a immagine di Gesù), in una giustizia e santità prodotte dalla verità (Efesini 4:24)


Come identificarci per fede a questo uomo nuovo che siamo in Cristo?

Semplicemente CREDENDO di esserlo, e che questa è la nostra vera natura. allora non saremo più schiavi del peccato che dimora nel nostro corpo fisico!

Se il peccato che dimora in noi cerca di tentarci, per esempio dandoci pensieri o sentimenti impuri e contrati alla Parola, dobbiamo SAPERE che non siamo più obbligati ad ubbidire a queste tentazioni, perché l’uomo nuovo che siamo ora è installato nel Regno di Dio, in un posto dove né peccato, né carne possono entrare!


Quando è scritto “perché il corpo del peccato possa essere annullato”, la traduzione corretta del testo greco dice “ridotto all’impotenza”.

Nel linguaggio di Paolo significa questo: “perché il peccato che è nel corpo (la carne) sia ridotto all’impotenza e non possa più controllarci”!


Che rivelazione grandiosa!

Colui che è morto (in Cristo) è davvero libero dal peccato!


Tutti i cristiani che hanno attraversato la morte fisica e che si trovano ora in paradiso nell’attesa della resurrezione dei loro corpi, sanno che il loro spirito è già passato dalla morte e dalla resurrezione in Cristo! Sanno anche che là dove sono, il peccato non ha più alcun controllo su di loro!

Noi invece, che siamo ancora qui sulla terra, lo sappiamo o no che già da ora, se siamo nati di nuovo, il nostro spirito è già passato dalla morte e la resurrezione in Cristo e che il peccato non ha più alcun controllo su di lui?

Se lo sapessimo davvero, il nostro modo pratico di vivere sarebbe completamente stravolto e inizieremmo a camminare tutti secondo lo spirito!

Ma ci rendiamo conto che il nostro spirito rigenerato si trova già da ora nella stessa posizione di santità e di gloria degli spiriti di tutti i santi morti in Cristo nel paradiso di Dio?

Ci rendiamo conto che il nostro spirito è già da ora resuscitato e seduto nei luoghi celesti in Cristo?


Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore con il quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (voi siete salvati per grazia), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età che verranno le eccellenti ricchezze della sua grazia, con benignità verso di noi in Cristo Gesù.” (Efesini 2:4-7)


È necessario comprendere che se vogliamo camminare secondo lo spirito su questa terra di tenebre, dobbiamo assolutamente abbandonare la nostra vecchia identità terrestre, la nostra vecchia visione di noi stessi e adottare la nostra nuova identità. Dobbiamo SAPERE qual è la nostra posizione attuale in Cristo!


Questa è la morte a se stessi (al vecchio “sé”).

Per questo Paolo ci esorta a guardarci, a considerarci, come morti al peccato (e alla carne) e come viventi per Dio in Gesù Cristo (in spirito)!

Dobbiamo dimenticare la nostra vecchia identità di peccatori perduti, per adottare in piena coscienza di causa, l’identità nuova che ci è stata accordata dalla risurrezione di Cristo, che è anche la nostra.


Un cristiano che ha compreso il significato e la realtà del suo battesimo nella morte e nella resurrezione in Cristo, potrà avanzare molto più rapidamente e facilmente nell’imparare a camminare secondo lo spirito, di un cristiano che ignora queste rivelazioni!

Colui che ignora la sua nuova identità in Cristo, passerà il suo tempo a lottare contro la carne per sforzarsi di dominarla, ma non ci riuscirà mai!

Non siamo chiamati a lottare contro la carne! Ma a renderci contro che il Signore ci ha già liberati dal suo controllo! Là dove ci troviamo ora in Cristo, nei luoghi celesti, la carne non può raggiungerci! Se lottiamo contro di essa, significa che ci troviamo ancora al suo livello, nel suo dominio.

La carne abita nelle nostre membra, e può farci sentire in ogni istante i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue passioni e i suoi desideri impuri, a livello della nostra anima.

Ma se conosciamo la nostra posizione in Cristo e se sappiamo qual è la nostra nuova e vera identità, non ci faremo più prendere nelle sue trappole, perché SAPREMO che quei pensieri, quelle emozioni e quei desideri non sono i nostri, della nostra nuova natura, ma quelli della carne, questa estranea che abita ancora nelle nostre membra!

E se sapessimo che non siamo più obbligati a offrire le nostre membra al peccato e alla carne, non lo faremmo più, se decidessimo di non farlo!

Quando capiamo che possiamo “sconnettere”, “scollegare” le nostre membra dal controllo della carne, possiamo allora offrire le nostre membra al Signore per essere al servizio dello spirito!

Che liberazione! Che vittoria! Grazie Signore!


5- Il battesimo in un solo Spirito per formare un solo Corpo.


Contrariamente a quello che alcuni pensano, non si tratta affatto del battesimo di Spirito Santo.

Il battesimo di Spirito è un battesimo individuale, che ogni cristiano riceve per sé, mentre qui si tratta di un battesimo collettivo, nel quale veniamo automaticamente immersi quando nasciamo di nuovo.


Ecco cosa Paolo scrive a proposito di questo battesimo:

Come infatti il corpo è uno, ma ha molte membra, e tutte le membra di quell'unico corpo, pur essendo molte, formano un solo corpo, così è anche Cristo. Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito.” (1 Corinzi 12:12-13)

Paolo dice bene che “noi tutti siamo stati battezzati” in questo battesimo. E parla al passato.


Tutti i cristiani, quando passano da una nuova nascita, vengono posti dal Signore nel Corpo spirituale di Cristo. Noi formiamo tutti insieme un solo Corpo, di cui Gesù Cristo è la Testa. E il solo Spirito che anima questo Corpo e che lo tiene saldamente unito è lo Spirito Santo.


Questo Corpo costituisce anche la pienezza di Cristo.

(Dio Padre) ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi (i piedi di Gesù), e lo ha dato per capo sopra ogni cosa alla chiesa, che è il suo corpo, il compimento di colui che compie ogni cosa in tutti.” (Efesini 1:22-23)


La Chiesa, il Corpo di Cristo, è la pienezza di Cristo, semplicemente perché il Signore riempie tutto in tutti col Suo Spirito.

Infatti, come in uno stesso corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno la medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un medesimo corpo in Cristo, e ciascuno siamo membra l'uno dell'altro(Romani 12:4-5)


Questo grande Corpo di Cristo è immerso, battezzato, nello stesso Spirito, che lo penetra e lo avvolge, lo unisce e lo vivifica.

E la pace di Dio, alla quale siete stati chiamati in un sol corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.” (Colossesi 3:15)


Il cuore di cui parla Paolo è il cuore della nostra anima, la parte della nostra anima che ama e che crede. Se la pace di Cristo regna nel nostro cuore, vuol dire che abbiamo ricevuto la fede nella nostra personalità cosciente.

E quando tutti i figli di Dio faranno regnare la pace di Cristo nei loro cuori, allora tutto il Corpo spirituale di Cristo diventerà una realtà tangibile, visibile, osservabile nel mondo.

Questa pace di Cristo è uno degli aspetti del frutto dello Spirito che Paolo descrive così:

Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo. Contro tali cose non vi è legge.” (Galati 5:22-23)


Attualmente, il Corpo di Cristo è diviso, fratturato, sfigurato, dal fatto che viene controllato in maggioranza dalla carne e dalla carne religiosa.

Ma, man mano che tutti i cristiani producono nella loro vita il frutto dello Spirito, man mano che progrediscono nell’imparare a camminare secondo lo spirito, allora vedremo tutto il Corpo di Cristo manifestarsi sempre più con la natura e la gloria del Signore Gesù!

Ecco perché è necessario che possiamo ben comprendere il significato del nostro battesimo nella morte e nella resurrezione di Gesù, condizione indispensabile per camminare secondo lo spirito!


6- Il battesimo nelle sofferenze di Gesù.


Nessun cristiano può evitare questo battesimo!

Leggiamo in questo passaggio:

Allora Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, si accostarono a lui, dicendo: «Maestro, noi desideriamo che tu faccia per noi ciò che ti chiederemo». Ed egli disse loro: «Che volete che io vi faccia?». Essi gli dissero: «Concedici di sedere uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra nella tua gloria». E Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che domandate. Potete voi bere il calice che io berrò ed essere battezzati del battesimo di cui io sono battezzato?». Essi gli dissero: «Sì, lo possiamo». E Gesù disse loro: «Voi certo berrete il calice che io bevo e sarete battezzati del battesimo di cui io sono battezzato, ma quanto a sedere alla mia destra o alla mia sinistra, non sta a me darlo, ma è per coloro ai quali è stato preparato».” (Marco 10:35-40)


Quando Gesù dice ai due discepoli che berranno il calice che berrà Lui e che saranno battezzati dallo stesso battesimo, non parla solo a quei due, ma a tutti i Suoi discepoli!

Qual è questo calice e qual è questo battesimo?


Ecco cosa Gesù dice ancora, parlando della croce:

Ora io ho un battesimo di cui devo essere battezzato, e come sono angustiato finché non sia compiuto” (Luca 12:50)


Non significa affatto che dobbiamo subire le sofferenze della croce che Gesù ha dovuto subire, solo Lui è potuto diventare peccato e maledizione nel Suo corpo al posto nostro! (2 Corinzi 5:21 e Galati 3:13-14).


Durante tutta la Sua esistenza terrena, Gesù non ha mai sofferto malattie né infermità, perché le ha dovute tutte portare sul Suo corpo sulla croce per liberarcene. Allo stesso modo che non ha mai commesso il peccato, per portarlo nel Suo corpo sulla croce per farlo morire con Sè e liberarcene!

Quindi non sta parlando di queste sofferenze, che non siamo chiamati affatto a subire per seguire Cristo!

Una malattia è un attacco di Satana contro il quale siamo chiamati a prendere posizione con una fede ferma, credendo che Dio ci vuole guarire. Così come il pentimento e la fede in Gesù ci purificano da ogni peccato, allo stesso modo, la fede nelle “lividure” che Gesù ha subìto nel Suo corpo, ci procura la guarigione dalle nostre malattie ed infermità (Isaia 53:4-5, Matteo 8:17, 1 Pietro 2:24).


Quali sono allora le sofferenze di Gesù che dobbiamo condividere con Lui, e questo battesimo di sofferenze con cui anche noi dobbiamo essere battezzati?

Innanzitutto si tratta dei rifiuti, delle incomprensioni, dei trattamenti ingiusti e delle persecuzioni a causa della nostra fede in Gesù, per potrebbero andare per alcuni fino al martirio.

Quando Paolo parla dell’angelo di Satana, posto al suo fianco per schiaffeggiarlo affinché non si inorgoglisca, cita persecuzioni, imprigionamenti, flagellazioni, una lapidazione, ecc… ma mai alcuna malattia o infermità! (2 Corinzi 11:23-27 e 12:7-10).


Vedremo più avanti che non si tratta solo di questo ma anche di altro, quando tratteremo il tema del “rinunciare a se stessi”!


Il mondo che ci circonda è sotto il controllo di Satana, il dio di questo mondo. È normale che Satana e tutti i suoi accoliti, non possano sopportare coloro che sono la luce di Cristo e il sale della terra!

È quindi normale aspettarci di essere perseguitati e trattati ingiustamente, solo per il fatto di essere cristiani! E più la nostra luce risplenderà, più saremo perseguitati!


Ma, abbiamo imparato a considerare tutto questo, come una grazia davanti a Dio?

Perché è una grazia se qualcuno sopporta, per motivo di coscienza dinanzi a Dio, sofferenze che si subiscono ingiustamente. Infatti, che vanto c'è se voi sopportate pazientemente quando siete malmenati per le vostre mancanze? Ma se soffrite perché avete agito bene, e lo sopportate pazientemente, questa è una grazia davanti a Dio. Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio perché seguiate le sue orme.” (1 Pietro 2:19-21)


Carissimi, non lasciatevi disorientare per la prova di fuoco che è in atto in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi, poiché lo Spirito di gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi; da parte loro egli è bestemmiato, ma da parte vostra egli è glorificato. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore, o perché si impiccia negli affari degli altri; ma, se uno soffre come cristiano, non si vergogni, anzi glorifichi Dio a questo riguardo. Poiché è giunto il tempo che il giudizio cominci dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di coloro che non ubbidiscono all'evangelo di Dio? E «se il giusto è appena salvato, cosa avverrà dell'empio e del peccatore?». Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, raccomandino a lui le proprie anime, come al fedele Creatore, facendo il bene.” (1 Pietro 4:12-19)


Dobbiamo ammettere che per essere capaci di reagire in questo modo ai trattamenti e alle sofferenze ingiuste, bisogna aver già raggiunto un certo grado di sviluppo spirituale! 

Un giovane cristiano, che è ancora carnale, è incapace di avere l’atteggiamento richiesto, e di solito il Signore nella Sua bontà gli risparmia persecuzioni violente se vede che non è ancora in grado di sopportale.

Ma dobbiamo sapere cosa ci aspetta, man mano che diventiamo cristiani sempre più spirituali!


Quel che deve consolarci, è sapere che quando saremo giudicati degni di vivere queste sofferenze, il Signore ci avrà resi capaci anche di sopportarle nel modo corretto, avendo sempre la buona reazione spirituale! 

Significa anche che avremo raggiunto lo stadio in cui avremo compreso cosa vuol dire “rinunciare a se stessi” e “morire a se stessi”!

Poiché partecipare alle sofferenze di Cristo riguarda anche e soprattutto il fatto di rinunciare a se stessi, e dobbiamo quindi comprendere bene cosa significa.

Esiste una sofferenza della croce che dobbiamo portare con il Signore: 

la completa rinuncia alla nostra volontà per ubbidire alla volontà di Dio nostro Padre.

La croce è il compimento perfetto della rinuncia di Se stesso accettata da Gesù, quando nei Getzemani ha gridato: “Padre non ciò che io voglio, ma ciò che tu vuoi!” (Marco 14:36)


Anche noi siamo chiamati a prendere la nostra croce ogni giorno e accettare pienamente la volontà del nostro Padre, come il Signore Gesù ce lo ha chiesto.

Poi disse a tutti: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per causa mia, la salverà.” (Luca 9:23-24)


Il Signore non parla qui della Sua croce, ma della nostra!

La nostra croce non è un marito o una moglie difficili, un fratello insopportabile, o dei vicini odiosi! La nostra croce è accettare di rinunciare a noi stessi, tutti i giorni, per ubbidire al Signore!

La nostra croce può essere rappresentata con l’attraversamento del fiume Giordano dagli Ebrei. In ebraico “Giordano” (Iordan) significa “Colui che scende”.

Dove scende il Giordano? Verso il Mar Morto!

È anche interessante notare che quando i sacerdoti che portavano l’Arca, immagine di Cristo, hanno posato i piedi nel Giordano, le acque del fiume sono state interrotte a monte, molto distante da quel punto, nei pressi di una città chiamata Adam (Giosuè 3:16).

Questo rappresenta il fatto che Cristo con la Sua morte, ha “interrotto” la maledizione portata dalla disubbidienza di Adamo!

Il Giordano è quindi il simbolo della morte a sé stessi. Poiché per accettare di attraversare il Giordano, gli Ebrei hanno dovuto imparare a capitolare completamente davanti a Dio, e accettare pienamente di fare la Sua volontà, una volta per tutte.

Invece il paese di Canaan, dove scorrono latte e miele, simboleggia la vita di risurrezione in Cristo.

Per entrare nel paese di Canaan era necessario attraversare il fiume della morte!


Hai attraversato il tuo Giordano? Hai, una volta per tutte, deciso di capitolare davanti al Signore e di ubbidirGli in tutto quello che ci ha insegnato?


Ben inteso, non ci riusciremo da subito in modo perfetto, ma avremo già preso la decisione in modo serio e da quel momento potremo contare sempre sulla grazia di Dio per riuscirci.

La croce è uno strumento di messa a morte. Il Signore ci chiama a mettere a morte tutto quel che in noi è terrestre, carnale e diabolico, per rimpiazzarlo con tutto quel che è celeste, spirituale e divino!

Il nostro “vecchio uomo” è Gesù che lo ha messo a morte sulla croce.

Ma quel che resta del vecchio uomo nella nostra anima, nei nostri pensieri, nei nostri ragionamenti, nei nostri sentimenti, siamo NOI che dobbiamo metterlo a morte! Cioè dobbiamo decidere di eliminare completamente dalla nostra vita concreta, tutto quello che viene dalla carne e dal peccato. 

Questo significa attraversare il Giordano!


Se dunque siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra, perché voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora anche voi apparirete con lui in gloria. Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria; per queste cose l'ira di Dio viene sui figli della disubbidienza, fra cui un tempo camminaste anche voi, quando vivevate in esse. Ma ora rinunciate anche voi tutte queste cose: ira, collera, cattiveria; e non esca dalla vostra bocca maldicenza e alcun parlare disonesto. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con i suoi atti, e vi siete rivestiti dell'uomo nuovo, che si va rinnovando nella conoscenza ad immagine di colui che l'ha creato.” (Colossesi 3:1-10)


Questo ci riporta all’inizio del nostro studio:

dobbiamo rinunciare alle opere morte, rivestendoci dell’uomo nuovo che siamo in Cristo!

Saremo motivati a farlo quando avremo una piena rivelazione di chi siamo nel nostro spirito, in quanto uomo nuovo! Allora comprenderemo quanto è bella e desiderabile la nostra nuova personalità, visto che è simile a Gesù! E avremo il desiderio ardente ed urgente di sbarazzarci al più presto di tutto quel che il vecchio uomo ha costruito nella nostra anima!


Fratelli e sorelle, più ci perfezioniamo, più diventiamo spirituali e più saremo chiamati a partecipare alle sofferenze di Cristo! Ma saremo anche sempre più equipaggiati e attrezzati per affrontarle come vincitori! E la gloria di Dio sarà sempre più evidente su di noi!

Non preoccupiamoci né tormentiamoci con il pensiero di quel che ci aspetta! Perché il Signore è sempre con noi ed è Lui che ci guiderà fedelmente, passo a passo, sulla via stretta che porta nella vita eterna!

Che il nostro Dio sia eternamente benedetto!


Il prossimo messaggio riguarda l’imposizione delle mani.

Siate benedetti!

A presto!



Link Originale: https://bloghvm.wordpress.com/2021/11/23/b358-le-perfectionnement-des-saints-5/



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