di Henri Viaud-Murat (Per il Perfezionamento dei santi) |
Le mani sono un simbolo di potenza, di potere e di dominazione: “cadere nelle mani di qualcuno, dare nelle mani a qualcuno, stendere la propria mano su qualcuno…”.
Troviamo spesso scritto che Dio ha “dato Israele nelle mani dei suoi nemici” o che Dio ha “liberato Israele dalla mano dei suoi nemici”.
“Al maestro del coro. Salmo di Davide, servo dell'Eterno, che rivolse all'Eterno le parole di questo cantico, nel giorno in cui l'Eterno lo liberò dalla mano di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul” (Salmo 18:1)
Le mani simboleggiano anche il carattere della persona: mani innocenti, mani pure, mani colpevoli, mani criminali, mani coperte di sangue…
Parlando di Dio il profeta Abacuc dice:
“Il suo splendore era come la luce, raggi si sprigionavano dalla sua mano e là era nascosta la sua potenza” (Abacuc 3:4)
Anche Davide dice di Dio:
“Da te vengono la ricchezza e la gloria; tu domini su tutto; nella tua mano sono la forza e la potenza, e tu hai il potere di rendere grande e di dare forza a tutti.” (1 Cronache 29:12)
Così come la mano dell’Eterno è potente, Dio ha voluto servirsi delle mani umane per manifestare la Sua potenza, che sia per benedire o per condannare nel Vecchio Testamento, o solamente per benedire nel Nuovo Testamento.
Ecco gli usi principali delle mani nel Vecchio Testamento:
1. Benedire o condannare.
Nella Vecchia Alleanza, l’imposizione delle mani era praticata soprattutto per benedire una persona. Questo gesto veniva sempre accompagnato da una parola di benedizione.
“E Israele stese la sua mano destra e la posò sul capo di Efraim, che era il più giovane, e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse, incrociando le mani; perché Manasse era il primogenito… In quel giorno li benedisse…”(Genesi 48:14 e 20)
Questa benedizione veniva spesso fatta da un patriarca ai suoi figli o nipoti, in particolar modo prima della sua morte.
Ma vedremo più avanti che le mani potevano anche essere imposte sulla testa dei peccatori per maledirli o condannarli a morte.
2. Trasferire un ministero con l’unzione che lo accompagna.
“Il SIGNORE disse a Mosè: «Prendi Giosuè, figlio di Nun, uomo in cui è lo Spirito; imporrai la tua mano su di lui” (Numeri 27:18)
“Allora Giosuè, figlio di Nun, fu ripieno dello spirito di sapienza, perché Mosè aveva imposto le mani su di lui” (Deuteronomio 34:9)
3. Far ricadere i peccati sulla testa di un animale o di un uomo.
Il giorno della Festa dell’Espiazione, il Sommo Sacerdote posava le sue mani sulla testa di un capro, per trasferire su di lui i peccati del popolo d’Israele:
“Aaronne poserà entrambe le sue mani sulla testa del capro vivo e confesserà su di esso tutte le iniquità dei figli d'Israele, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati, e li metterà sulla testa del capro; lo manderà poi nel deserto per mezzo di un uomo appositamente scelto.” (Levitico 16:21)
Questo capro rappresenta Cristo, nel cui corpo sulla croce sono stati “trasferiti” i peccati del mondo intero (1 Pietro 2:24).
Anche posando le mani su certi peccatori o bestemmiatori, venivano fatti ricadere i loro peccati sulle loro teste prima di condannarli a morte.
“Porta quel bestemmiatore fuori dell'accampamento; tutti quelli che l'hanno udito posino le mani sul suo capo, e tutta l'assemblea lo lapidi.” (Levitico 24:14)
Constatiamo quindi nel Vecchio Testamento, che il Signore utilizzava essenzialmente le mani per trasmettere un’unzione di benedizione o di giudizio.
Ecco gli usi principali dell’imposizione delle mani nel Nuovo Testamento.
L’imposizione delle mani è stata usata molto spesso nel ministero del Signore Gesù e dei Suoi discepoli.
Contrariamente al Vecchio Testamento, l’imposizione delle mani nel Nuovo, è utilizzata solo per trasmettere benedizione, perché si tratta del tempo della grazia di Dio in Cristo.
1. Per benedire, soprattuto i bambini:
“Allora, gli furono presentati dei fanciulli, perché li toccasse; ma i discepoli sgridavano coloro che li portavano. E Gesù, nel vedere ciò, si indignò; e disse loro: «Lasciate che i piccoli fanciulli vengano a me e non glielo impedite, perché di tali è il regno di Dio. In verità vi dico che chiunque non riceve il regno di Dio come un piccolo fanciullo, non entrerà in esso». E, presili in braccio, li benedisse, imponendo loro le mani.” (Marco 10:13-16)
Visto che Gesù ha benedetto i bambini imponendo loro le mani, possiamo supporre che abbia anche benedetto degli adulti nello stesso modo!
Il Signore benediceva anche senza imporre le mani, semplicemente alzandole:
“Poi li condusse fuori fino a Betania e, alzate in alto le mani, li benedisse.” (Luca 24:50)
2. Per la guarigione dei malati.
Dobbiamo ricordarci che il Signore Gesù ha sempre guarito tutti i malati che si sono presentati davanti a Lui per essere guariti, senza alcuna eccezione.
Il Signore ha utilizzato molti metodi per guarire i malati:
- Pronunciando una parola di autorità “Sii guarito dal tuo male; Alzati e cammina; Ritrova la vista…”
- Molto più spesso, imponendo le mani ai malati, pronunciando una parola di benedizione
“E non potè fare lì alcuna opera potente (A Nazareth a causa della loro incredulità), salvo che guarire pochi infermi, imponendo loro le mani.” (Marco 6:5)
“E gli presentarono un sordo che parlava a stento, pregandolo di imporgli le mani. Ed egli, condottolo in disparte, lontano dalla folla, gli mise le dita negli orecchi e, dopo aver sputato, gli toccò la lingua (che sono modi di imporre le mani, toccando la persona). Poi, alzati gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effata», che vuol dire: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava distintamente.” (Marco 7:32-35)
“Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli sputato sugli occhi e impostegli le mani, gli domandò se vedesse qualcosa. E quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini camminare e mi sembrano alberi». Allora gli pose di nuovo le mani sugli occhi e lo fece guardare in alto; ed egli recuperò la vista e vedeva tutti chiaramente.” (Marco 8:23-25)
Questo passaggio è interessante, perché vediamo che Gesù ha dovuto imporre le mani due volte a questo cieco per la sua completa guarigione. Non dice il perché, ma visto che la fede perfetta di Gesù non può essere messa in discussione, possiamo dedurre che era la fede del cieco ad aver bisogno di essere fortificata da questa doppia imposizione.
Quindi non esitiamo ad imporre più volte la mani ad un malato se necessario!
“Al tramontar del sole, tutti coloro che avevano degli infermi colpiti da varie malattie li condussero da lui; ed egli, imposte le mani su ciascuno di loro, li guarì.” (Luca 4:40)
“Or avvenne che il padre di Publio giaceva a letto, malato di febbre e di dissenteria; Paolo andò a trovarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì. Dopo questo fatto, anche gli altri isolani che avevano delle malattie venivano ed erano guariti;” (Atti 28:8-9)
Ecco un altro caso particolare:
“Ed ecco vi era una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito di infermità, ed era tutta curva e non poteva in alcun modo raddrizzarsi. Or Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». E pose le mani su di lei ed ella fu subito raddrizzata, e glorificava Dio.” (Luca 13:11-13)
Notate che Gesù prima di tutto ha detto a questa donna che era liberata dalla sua infermità, causata da uno spirito di infermità, un demone che teneva il suo corpo legato.
Questa parola è bastata per scacciare il demone, senza che Gesù abbia avuto il bisogno di parlargli direttamente.
Solo dopo Gesù le ha imposto le mani affinché sia guarita dall’infermità che quel demone aveva causato al suo corpo.
Questo ci mostra che una malattia o un’infermità possono a volte essere causate da uno spirito di infermità, che deve prima essere scacciato con una parola di autorità nel Nome del Signore Gesù, per poi fare l’imposizione delle mani, che permette al Signore di restaurare e guarire la parti del corpo che sono state danneggiate dalla malattia o dall’infermità causata dal demone.
Non troviamo esempi in cui vediamo Gesù imporre le mani per scacciare un demone. In generale Gesù scacciava con una parola di autorità.
“Ora, fattosi sera, gli furono presentati molti indemoniati; ed egli, con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati (imponendo loro le mani come precisa in Luca 4:40), affinché si adempisse ciò che fu detto dal profeta Isaia, quando disse: «Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie»” (Mateo 8:16-17)
“Or nella sinagoga c'era un uomo, posseduto da uno spirito di un demone immondo, che si mise a gridare a gran voce, dicendo: «Ah, che vi è fra noi e te, o Gesù Nazareno? Sei tu venuto per distruggerci? Io so chi tu sei: Il Santo di Dio!». Ma Gesù lo sgridò, dicendo: «Ammutolisci ed esci da costui!». E il demone, dopo averlo gettato in mezzo a loro, uscì da lui senza fargli alcun male.” (Luca 4:33-35)
“Gesù allora sgridò il demone, che uscì da lui; e da quell'istante il fanciullo fu guarito” (Matteo 17:18)
Il Signore non vieta espressamente di imporre le mani ad un indemoniato per liberarlo. Però possiamo vedere da tutti gli esempi citati nella Parola di Dio, che il Signore ci chiede piuttosto di scacciare i demoni con una parola di autorità nel nome di Gesù, prima di imporre eventualmente le mani al malato se ha bisogno di essere guarito.
Non chiediamo mai a qualcuno che non conosciamo di imporci le mani se sentiamo un fastidio o un disturbo, un’esitazione o una mancanza di convinzione!
Poiché se ci poniamo sotto la sua autorità spirituale e questa persona ha dei demoni, potremmo anche noi essere attaccati o legati da un demone.
Se invece è la persona che ce le impone senza il nostro consenso, come purtroppo capita in certe riunioni carismatiche, non dobbiamo preoccuparci; è la persona che se è “indemoniata” si prenderà una grossa “scossa” di Spirito Santo!
Citeremo un ultimo passaggio per mostrare che il potere di guarire i malati per imposizione delle mani nel nome del Signore Gesù, è dato a tutti i cristiani, senza alcuna eccezione, basta che credono!
Quindi non è normale che venga vietato a certi cristiani, che non sono pastori o anziani o responsabili, di imporre le mani ai malati per guarirli, o che venga vietato alle donne cristiane di praticare l’imposizione delle mani!
“Poi disse loro: «Andate per tutto il mondo e predicate la buona novella a ogni creatura; chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato. E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue; prenderanno in mano dei serpenti, anche se berranno qualcosa di mortifero, non farà loro alcun male; imporranno le mani agli infermi, e questi guariranno».” (Marco 16:15-18)
3. Per compiere miracoli, anche prodigi straordinari.
Un miracolo o un prodigio possono essere una cosa molto più potente di una guarigione. Per esempio la ricrescita di un arto amputato o mancante, o la guarigione istantanea da una malattia o infermità congenita (dalla nascita).
“Ma Pietro disse (allo storpio di nascita): «Io non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò; e in quell'istante i suoi piedi e le caviglie si rafforzarono. E con un balzo si rizzò in piedi e si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio, camminando, saltando e lodando Dio.” (Atti 3:6-8)
“Or molti segni e prodigi erano fatti fra il popolo per le mani degli apostoli. Tutti con una sola mente si ritrovavano sotto il portico di Salomone.” (Atti 5:12)
“Essi dunque rimasero là molto tempo, parlando francamente nel Signore, il quale rendeva testimonianza alla parola della sua grazia, concedendo che segni e prodigi si operassero per mano loro.” (Atti 14:3)
A volte Dio permette che si facciano anche prodigi straordinari:
“E Dio faceva prodigi straordinari per le mani di Paolo, al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si allontanavano da loro e gli spiriti maligni uscivano da loro.” (Atti 19:11-12)
Effettivamente è straordinario vedere che l’unzione divina che riposava su Paolo, potesse venire trasferita su fazzoletti e pezzi di stoffa che toccavano il suo corpo, per poi guarire a distanza i malati che se le applicavano.
Molte testimonianza moderne mostrano che questi stessi miracoli straordinari possono ancora prodursi oggi allo stesso identico modo.
4. Per resuscitare i morti:
“Mentre egli stava ancora parlando, vennero alcuni dalla casa del capo della sinagoga, dicendo: «La tua figlia è morta; perché importuni ancora il Maestro?». Ma Gesù, appena intese ciò che si diceva, disse al capo della sinagoga: «Non temere, credi solamente!». E non permise che alcuno lo seguisse, all'infuori di Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. E, giunto a casa del capo della sinagoga, vide un gran trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Ed entrato, disse loro: «Perché fate tanto chiasso e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme». E quelli lo deridevano; ma egli, messili tutti fuori, prese con sé il padre, la madre della fanciulla e coloro che erano con lui, ed entrò là dove giaceva la fanciulla. Quindi presa la fanciulla per mano, le disse: «Talitha cumi»; che tradotto vuol dire: «Fanciulla, ti dico: Alzati!». E subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; ella aveva infatti dodici anni. Ed essi furono presi da un grande stupore.” (Marco 5:35-42)
“E quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava a seppellire un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e una grande folla della città era con lei. Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». Accostatosi, toccò la bara (una lettiga funebre), e i portatori si fermarono; allora egli disse: «Giovinetto, io ti dico, alzati!». E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre.” (Luca 7:12-15)
Non è specificato che Gesù abbia toccato direttamente il morto, ma i Giudei di solito portavano i loro defunti stesi sopra una lettiga o una barella funebre, avvolti da un semplice lenzuolo. In ogni caso è bastato che Gesù toccasse quella bara per far resuscitare il morto!
5. Per trasmettere il battesimo di Spirito.
Possiamo ricevere il battesimo di Spirito semplicemente per fede, senza che nessuno ci imponga le mani, come leggiamo in Atti 2:4 o 10:45.
Ma può anche essere trasmesso con l’imposizione delle mani da parte di un qualunque discepolo ripieno di Spirito.
“Ora gli apostoli che erano a Gerusalemme, quando seppero che la Samaria aveva ricevuta la parola di Dio, mandarono loro Pietro e Giovanni. Giunti là, essi pregarono per loro, affinché ricevessero lo Spirito Santo, perché non era ancora disceso su alcuno di loro, ma essi erano soltanto stati battezzati nel nome del Signore Gesù. Imposero quindi loro le mani ed essi ricevettero lo Spirito Santo.” (Atti 8:14-17)
“Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù. E, quando Paolo impose loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro e parlavano in altre lingue e profetizzavano. Or erano in tutto circa dodici uomini.” (Atti 19:5-7)
Leggendo questi versetti, dobbiamo forse concludere che solo un apostolo può imporre le mani per trasmettere il battesimo di Spirito?
No. Non possiamo affermarlo, perché il Signore non lo precisa nella Sua Parola, e troviamo anche altri esempi come Ananìa che era un “semplice discepolo”.
Personalmente ho potuto constatare molto spesso che “semplici” discepoli, che non erano né apostoli, né profeti, né pastori, hanno imposto le mani con successo a chi voleva ricevere il battesimo di Spirito.
A volte, assieme al battesimo di Spirito, può essere trasmessa anche una guarigione:
“Anania dunque andò ed entrò in quella casa; e, imponendogli le mani, disse: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno di Spirito Santo». In quell'istante gli caddero dagli occhi come delle scaglie, e riacquistò la vista; poi si alzò e fu battezzato.“ (Atti 9:17-18)
A volte, ma è più raro, la nuova nascita può essere subito seguita da un battesimo di Spirito, senza imposizioni della mani, come avvenne a Cornelio e la sua famiglia (Atti 10:43-45).
6. Per consacrare dei diaconi.
“Or in quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove venivano trascurate nel servizio di assistenza quotidiana. Allora i dodici, radunato il gran numero dei discepoli, dissero: «Non è bene che noi, lasciata la parola di Dio, serviamo alle mense. Perciò, fratelli, cercate fra voi sette uomini, di cui si abbia buona testimonianza, ripieni di Spirito Santo e di sapienza, a cui noi affideremo questo compito. Ma noi continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della parola». Questa proposta piacque a tutti i discepoli. Ed elessero Stefano, uomo ripieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono poi davanti agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.” (Atti 6:1-6)
7. Per consacrare degli anziani (cioè dei conduttori o vescovi di chiese locali) e anche altri ministeri.
Esiste un versetto della prima lettera di Paolo a Timoteo che deve essere interpretato nel modo corretto in funzione del suo contesto:
“Non imporre con precipitazione le mani ad alcuno e non partecipare ai peccati altrui; conserva te stesso puro.” (1 Timoteo 5:22)
È vero che dobbiamo sempre imporre le mani con saggezza. Però non dobbiamo isolare questo versetto dal suo contesto.
Paolo non dice che in generale non dobbiamo imporre le mani con precipitazione per paura di cadere nel peccato di quelli a cui imponiamo le mani!
Gesù ha sempre imposto le mani ai malati che erano tutti dei peccatori e non ha mai temuto di essere contaminato dai loro peccati! Nè mai lo ha detto ai Suoi discepoli.
Noi dobbiamo credere che il Signore protegge sempre il discepolo fedele che impone le mani con sincerità di cuore a chiunque, per benedirlo o guarirlo.
Questo versetto non va tolto dal suo contesto.
Cosa dice il contesto?
Paolo parla della nomina o la consacrazione degli anziani, cioè dei conduttori delle chiese. Esaminiamo questo contesto:
“Gli anziani che esercitano bene la presidenza siano reputati degni di un doppio onore, principalmente quelli che si affaticano nella parola e nell'insegnamento. La Scrittura infatti dice: «Non mettere la museruola al bue che trebbia», ed ancora: «L'operaio è degno del suo salario». Non ricevere alcuna accusa contro un anziano, se non è confermata da due o tre testimoni. Quelli che peccano, riprendili alla presenza di tutti, affinché anche gli altri abbiano timore. Io ti scongiuro davanti a Dio, al Signore Gesù Cristo e agli angeli eletti, che tu osservi queste cose senza pregiudizio, non facendo nulla con parzialità. Non imporre con precipitazione le mani ad alcuno e non partecipare ai peccati altrui; conserva te stesso puro.” (1 Timoteo 5:17-22)
Paolo dà a Timoteo delle disposizioni generali sul modo di scegliere e di gestire gli anziani. Paolo conclude le sue raccomandazioni dicendo: “Io ti scongiuro davanti a Dio, al Signore Gesù Cristo e agli angeli eletti, che tu osservi queste cose senza pregiudizio, non facendo nulla con parzialità”.
Questo significa che Paolo chiede a Timoteo di non scegliere mai degli anziani con parzialità, cioè perché occupano per esempio una posizione sociale elevata, o perché sono ricchi e influenti, o perché sono membri della sua famiglia o della famiglia dei ministri di quella chiesa. Al contrario, dice che gli anziani (o vescovi o conduttori, vuol dire la stessa cosa, e non per forza devono essere pastori!) devono essere nominati rispettando dei criteri precisi che Paolo descrive in 1 Timoteo 3:1-7 e in Tito 1:5-9.
È dopo aver detto queste cose, che Paolo chiede a Timoteo di non imporre le mani a nessuno in modo precipitoso, cosa che farebbe se nominasse un anziano con pregiudizio e parzialità.
Infatti vediamo che i diaconi, gli anziani, così come tutti quelli che erano chiamati da Dio ad un ministero preciso, di solito potevano ricevere l’imposizione delle mani da parte dei conduttori di un’assemblea, o da un ministro o da un suo delegato, per confermare o consacrare il ministero dato loro da Dio.
È il caso di Timoteo, come dice Paolo:
“Per questa ragione ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani.” (2 Timoteo 1:6)
Di quale dono si tratta?
Leggiamo nella prima lettera a Timoteo:
“Nessuno disprezzi la tua giovinezza, ma divieni esempio ai fedeli nella parola, nella condotta, nell'amore, nello Spirito, nella fede e nella castità. Applicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento, finché io venga. Non trascurare il dono che è in te, che ti è stato dato per profezia, con l'imposizione delle mani da parte del collegio degli anziani. Adoperati per queste cose e dedicati ad esse interamente, affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti. Abbi cura di te stesso e dell'insegnamento, persevera in queste cose perché, facendo così, salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.” (1 Timoteo 4:12-16)
Il dono di cui parla Paolo è probabilmente un ministero di esortazione e di insegnamento, che Timoteo aveva ricevuto per profezia e che era stato confermato con l’imposizione delle mani dall’assemblea degli anziani, di cui Paolo faceva parte.
Questo significa che un dono spirituale e un ministero possono essere anche trasmessi, o confermati, per imposizione delle mani da parte di un ministro o di un’assemblea di anziani.
L’imposizione delle mani può anche essere usata per benedire e consacrare dei missionari prima della loro partenza.
“Or, nella chiesa di Antiochia, vi erano profeti e dottori (notiamo qui non si parla di pastori): Barnaba, Simeone chiamato Niger, Lucio di Cirene, Manaen, allevato assieme a Erode il tetrarca, e Saulo. Or, mentre celebravano il servizio al Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.” (Atti 13:1-3)
Qui si parla dell’assemblea degli anziani della chiesa di Antiochia, che dopo aver digiunato e pregato, impongono le mani ai due chiamati ad essere apostoli (cioè oggi diremmo “missionari”, inviati) che lo Spirito Santo manda in missione, per benedirli e consacrarli al Signore.
In conclusione:
La pratica di certe imposizioni delle mani sembra essere riservata ai conduttori o a dei ministri, come ad esempio la nomina dei diaconi, degli anziani o la conferma dei ministeri.
In tutti gli altri casi però, sono tutti i cristiani che hanno ricevuto la grazia di poter imporre le mani con fede: per benedire, per guarire i malati, per compiere miracoli e prodigi anche straordinari, per resuscitare i morti o per trasmettere il battesimo di Spirito.
Gesù non ha forse promesso a tutti quelli che credono in Lui di fare le Sue stesse opere e di più grandi ancora? (Giovanni 14:12)
Aspettiamoci dunque, ognuno di noi, di essere utilizzati dal Signore con grande potenza, unicamente per la Sua gloria, soprattuto attraverso l’imposizione delle nostre mani.
Solo l’incredulità, che dilaga nella chiesa di oggi, può impedirci di manifestare questa grande potenza, come anche Gesù è stato impedito a Nazareth. Ma il solo modo di lottare contro l’incredulità è di predicare e insegnare la Verità della Parola (Marco 6:6).
Per questo, prima di compiere guarigioni e miracoli, il Signore cominciava sempre con l’insegnare e predicare, cosa che stimolava la fede a chi lo ascoltava (Matteo 4:23, Matteo 9:35, Luca 5:15, Luca 6:17…)
Facciamo come Lui, senza sosta e senza mollare!
Se perseveriamo nel farlo, non tarderemo a vedere la potenza di Dio manifestarsi di nuovo, come agli inizi della vita della Chiesa!
Il prossimo insegnamento sarà: La Resurrezione dei morti.
Siate benedetti!
A Presto!
Link Originale: https://bloghvm.wordpress.com/2021/11/26/b359-le-perfectionnement-des-saints-6/#more-3133